Dal 25 al 28 settembre si tiene a Lovadina, frazione di Spresiano, la quinta Festa dea Panocia, presso l’Area Palestra Comunale di Lovadina. Il sottotitolo è musica celestiale per un nordestino, poenta e tocio. Sembra quasi di sentire in sottofondo le note de La mula de Parenzo. Non una semplice festa della trebbiatura di un prodotto per noi fondamentale, il mais, ma una rivisitazione delle radici della nostra cultura.
Quindi, mostra e dimostrazione di aratura con trattori d’epoca (già si sentono i mitici Landini in moto), mostra di artigianato tipico “dea panocia” e oggetti rurali, mostra “Giardini d’autunno” e di attrezzature e arredo giardino.
E poi lo stand gastronomico, il cui piatto forte è appunto poenta e tocio, assieme alle panoce roste.
Tutto questo lavoro di recupero e di valorizzazione della nostra cultura è opera di un gruppo di volontari, in questi giorni indaffaratissimi. A loro va rivolto un grande plauso.
A questa festa si aggiunge la Sagra della Madonna della Cintura: la Festa dea Panocia non ha voluto sostituirsi al momento religioso, ma solo aggiornare l’inizio autunno secondo le nuove esigenze. Anche le feste religiose dopotutto fanno parte della nostra cultura, ed è giusto mantenerle.
L'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e la rete di informazione L'Italia del Gusto hanno inserito la Festa tra le manifestazioni segnalate dalla rete Infocerere, un circuito rivolto al Mondo Rurale. Grazie a questo inserimento le iniziative del Comitato Festeggiamenti di Lovadina potranno godere delle campagne di informazione di BlogAzzurro,il network di siti e blog di informazione locali, regionali e nazionali.
Poenta e tocio (Polenta e sugo)
di Graziella Naccari e Speranza Visentin
La combinazione dei cereali con l’acqua era una risorsa alimentare fondamentale per i popoli antichi. Oggi, invece, la parola polenta è associata solo alla farina di granoturco, e questo per motivi storici, economici e geografici sui quali la Repubblica di Venezia ebbe una notevole influenza.
La Polenta: quando si pensa alla tradizione alimentare di Venezia si tende, in generale, a ignorare la realtà storica e a immaginare invece i grandi banchetti che si vedono nei quadri di certi pittori del Rinascimento. Invece i banchetti riccamente imbanditi erano privilegio di pochissimi. La maggior parte degli italiani per sopravvivere mangiava e si nutriva di polenta, una specie di pappa di miglio o sorgo frantumato, cotto in acqua.
La dieta cambiò, radicalmente, grazie ad una pianta scoperta nel Nuovo Mondo: il granoturco che turco non è. L’aggettivo turco veniva usato indiscriminatamente per tutto quello che arrivava da luoghi lontani, sconosciuti ed esotici. Il granoturco divenne la base dell’alimentazione della gente comune, sia in campagna che nelle zone urbane, in tutto il Nord Italia, apportando un notevole miglioramento dietetico. La farina di granoturco non veniva più mescolata con altri cereali per fare pane, ma utilizzata da sola, per fare la polenta.
El tocio: una parola che sta spesso sulla bocca dei veneziani quando parlano di cibo.
El tocio è una cosa di molto appetitoso, infatti è il sugo prodotto dalla cottura a fuoco lento di carne, pollame o pesce, a volte più gustoso e gradito della stessa pietanza. Mangiare el tocio vuol dire impregnare un boccone di polenta, grande protagonista della cucina veneziana, in questo gustoso intingolo.
Quindi, mostra e dimostrazione di aratura con trattori d’epoca (già si sentono i mitici Landini in moto), mostra di artigianato tipico “dea panocia” e oggetti rurali, mostra “Giardini d’autunno” e di attrezzature e arredo giardino.
E poi lo stand gastronomico, il cui piatto forte è appunto poenta e tocio, assieme alle panoce roste.
Tutto questo lavoro di recupero e di valorizzazione della nostra cultura è opera di un gruppo di volontari, in questi giorni indaffaratissimi. A loro va rivolto un grande plauso.
A questa festa si aggiunge la Sagra della Madonna della Cintura: la Festa dea Panocia non ha voluto sostituirsi al momento religioso, ma solo aggiornare l’inizio autunno secondo le nuove esigenze. Anche le feste religiose dopotutto fanno parte della nostra cultura, ed è giusto mantenerle.
L'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e la rete di informazione L'Italia del Gusto hanno inserito la Festa tra le manifestazioni segnalate dalla rete Infocerere, un circuito rivolto al Mondo Rurale. Grazie a questo inserimento le iniziative del Comitato Festeggiamenti di Lovadina potranno godere delle campagne di informazione di BlogAzzurro,il network di siti e blog di informazione locali, regionali e nazionali.
Poenta e tocio (Polenta e sugo)
di Graziella Naccari e Speranza Visentin
La combinazione dei cereali con l’acqua era una risorsa alimentare fondamentale per i popoli antichi. Oggi, invece, la parola polenta è associata solo alla farina di granoturco, e questo per motivi storici, economici e geografici sui quali la Repubblica di Venezia ebbe una notevole influenza.
La Polenta: quando si pensa alla tradizione alimentare di Venezia si tende, in generale, a ignorare la realtà storica e a immaginare invece i grandi banchetti che si vedono nei quadri di certi pittori del Rinascimento. Invece i banchetti riccamente imbanditi erano privilegio di pochissimi. La maggior parte degli italiani per sopravvivere mangiava e si nutriva di polenta, una specie di pappa di miglio o sorgo frantumato, cotto in acqua.
La dieta cambiò, radicalmente, grazie ad una pianta scoperta nel Nuovo Mondo: il granoturco che turco non è. L’aggettivo turco veniva usato indiscriminatamente per tutto quello che arrivava da luoghi lontani, sconosciuti ed esotici. Il granoturco divenne la base dell’alimentazione della gente comune, sia in campagna che nelle zone urbane, in tutto il Nord Italia, apportando un notevole miglioramento dietetico. La farina di granoturco non veniva più mescolata con altri cereali per fare pane, ma utilizzata da sola, per fare la polenta.
El tocio: una parola che sta spesso sulla bocca dei veneziani quando parlano di cibo.
El tocio è una cosa di molto appetitoso, infatti è il sugo prodotto dalla cottura a fuoco lento di carne, pollame o pesce, a volte più gustoso e gradito della stessa pietanza. Mangiare el tocio vuol dire impregnare un boccone di polenta, grande protagonista della cucina veneziana, in questo gustoso intingolo.
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