venerdì 28 gennaio 2011

Informazione, comunicazione e marketing

Una volta c’era qualcuno che diceva: Informare chi informa. Mai come adesso è astruso e inutile. Ricordo che ero stato invitato a una gita in Ciociaria: lo scopo era quello di far conoscere la zona ai comunicatori, e poi al grande pubblico. Mai speranza fu più vana, visto che fui probabilmente l’unico a scriverne sui miei blogs.


Allora, occorre tener ben presente lo scopo, i mezzi e vedere i risultati, in relazione a quanto si vuol investire. Personalmente ho una quarantina di blog, ripetuti o scelti a seconda dell’argomento e dei destinatari: confesso che ne ho alcuni rivolti ai nordamericani molto apprezzati. Uno dice “Thank you !! very useful submit!” e un altro “Something I have never seen before is always welcome, thanks!”

Un blog fatto come si deve non è poi così semplice, e diventa stancante copiare e incollare poi testi, foto, video. Ma i risultati poi sono più che soddisfacenti: vedere ad esempio Zlatko Mavric o i risultati sull’Istria croata, Buje e Salvore. Occorre sollecitare ogni tanto notizie accattivanti, ma poi qualcosa si trova. Il costo dei blogs è notevolmente basso, due otre ore di lavoro per scrivere il testo, trovare le foto, i video e inserire tutto quanto.

Ovvio che la pubblicità è più immediata, ma è sottoposta ad un turn over frenetico, mentre il testo rimane e resta a girare nei motori di ricerca. E’ vero che ci ho messo un pezzetto per raggiungere un minimo di lettori, ma basta aver pazienza.

Ovvio che i giornalisti sono i meno indicati a far questo: semplicemente non scrivono, e se scrivono non pongono attenzione a dove va a finire. Internet ha dato una mano non da poco: ormai il computer è in circa metà delle case, in Italia, e una cosa viaggia per tutto il mondo. Ieri dicevo che bisogna tener ben presente l’obiettivo del cliente, per poter sviluppare un buon lavoro, e ritengo che sia una cosa sacrosanta, anche perché costui paga e ci fa lavorare.

mercoledì 26 gennaio 2011

Il formaggio di pecora di Zlatko Mavric

Eravamo partiti per tempo, e poco dopo le otto eravamo in centro a Dobrovo: sbrigate le formalità, siamo andati da Aleksij, e poi siamo andati da Belica a Medana, da Zlatko. Tenendo conto che siamo sul Collio sloveno, non è male come tempi.


Qui ci siamo messi a discutere sui programmi futuri: dopo un po’ Zlatko decide che si può mangiare qualcosa, e tira fuori pane, salame, e formaggio.

Ho assaggiato il primo, e poi il secondo, molto saporito: lui se ne esce svelando il mistero, se mistero si può chiamare. E’ un pecorino fatto a Sarajevo, in Bosnia. L’ha portato direttamente lui: inutile dire che è un successone. Era tenero ma molto saporito, da mangiare con il pane. Accompagnato da un bicchiere di sauvignonasse, che sarebbe il vecchio tocai.

Zlatko è un grande, e non finisce mai di sorprendermi.

Belica Turizem, Zlatko Mavrič,

Medana 32, 5212 Dobrovo

Tel.: 00386 5 30 42104

Fax: 00386 5 39 59109

http://www.belica.net

E-Mail: info@belica.net

La rosa di Gorizia secondo Cadibon

Ci siamo fermati a mangiare all’osteria di Cadibon, e mi ha colpito la rosa di Gorizia. La rosa di Gorizia è una particolare varietà locale di cicoria (ecotipo di Cicoria intybus della sottospecie sativa) selezionata nel corso degli anni dai contadini del goriziano. Da queste selezioni dipende la qualità del prodotto che non risulta perfettamente identico da produttore a produttore: la pianta al momento della raccolta presenta l'aspetto simile a quello di una rosa ed un colore rosso intenso o con variegature e sfumature che portano verso il rosa o rosso granato a seconda del tipo di selezione effettuata dalle varie famiglie locali.


La rosa di Gorizia è un radicchio prettamente invernale, che può quindi essere consumato solo dopo la prima brinata e che è fortemente soggetto all’andamento stagionale. Generalmente arriva sul mercato alla fine di novembre e lo si trova sino alla fine di febbraio e, solo nelle annate fredde, anche fino a metà marzo.

Loro la servono con aceto balsamico e formaggio fuso sopra:semplicemente un pasto da re. Completato con un bicchiere di ribolla gialla della loro cantina.

Via Nazionale 34

33048 S.Giovanni al Natisone Udine

Tel. 0432 757457

http://www.cadibon.com

email: cadibon55@tin.it

martedì 25 gennaio 2011

Dalla Rosy a Conegliano, per pane e ...altro !

Ho conosciuto la Rosy per necessità, all’inizio quando ha aperto la rivendita di pane. Gli inizi non sono stati facili: il quartiere non è dei più semplici, c’era vicino un supermercato cui era difficile far concorrenza. Alla fine ce l’ha fatta.


Rosy viene da esperienze pluriennali nel settore del commercio. Il suo rapporto con il cliente consumatore è diretto, spigliato, senza tante perifrasi, senza per questo, mai mancare di rispetto.

A fronte di questa simpatica effervescenza potete aggiungere la scelta del pane fra i migliori panifici artigianali della zona, scelta che permette a Rosy di proporre una 'carta' del pane ampia e piena di spunti: pane senza sale, pane cotto nel forno a legna, pane interpretato con diverse farine, pane commentato con prodotti del volgere delle stagioni....

Non mancano poi i dolci da forno, le pizzette, le focacce, le brioches e tutto quel ben di dio che rende un po' più dolce la nostra vita quotidiana.

Poi vi è l'....altro. Dagli scaffali di Rosy fanno capolino diverse eccellenze alimentari, di sicura qualità.

Abbiamo per esempio notato le eccellenze siciliane di Villa Reale, l'ampia scelta di farine di polenta (fra cui la 'taragna' della Valtellina), la pasta Ambra di Puglia e così via.

Beh, continuerò ad essere un cliente della Rosy.

Pane e altro

Da Rosy

Viale Venezia 19

Conegliano TV

Tel 339.4168820

lunedì 24 gennaio 2011

Lo s’ceck dell’azienda agricola Stramare

Alvise Semenzi nel 1861 in “Treviso e la sua provincia” così descriveva la borgata : “Altra bella regione è Millies, sopra la valle di Stramare. E' questa una convalle chiusa, eccetto a mezzodì, da pendici cespugliose e da monti con una collina di mezzo, che declina dolcemente in una spaziosa circonferenza, con vaste, belle e rigogliose praterie, ricca di piante fruttifere di noci secolari, e fornita di casolari, di ampie stalle e di serbatoi d'acqua.”


L'allevamento del bestiame, soprattutto dei bovini di razza bruno-alpina, ma anche pastorizia, rappresentavano l'attività principale di sussistenza. La produzione di latte, burro e formaggio, tra cui ricordiamo il formaggio tenero s'ceck, dal quale deriva il sopranome degli abitanti di Segusino, era quasi esclusivamente legata al territorio di Milies. Durante il periodo estivo centinaia di mucche venivano portate a pascolare sulle montagne attorno a Milies, cargar montagna se disea. Sono ancora noti i nomi delle malghe maggiori: malga Doch, malga Golo, malga Golèt, malga Forcelletto e di alcune zone dove costruzioni minori,casere col cason par le vache o la pendanela, servivano per l'alpeggio minore: casere ai Pani, casere de Cenola, casere Valline, casera Arvisa, casera Tancol, casera Pra Fenil e casera Miliana. (da La Soldanella).

Oggi Dario Stramare continua questa tradizione. Il nonno aveva una malga, il padre un’azienda agricola, e lui si è evoluto, con un punto vendita di latticini e salumi fatti in casa a Segusino. Siamo stati al suo punto vendita, e ci ha accolto la moglie: simpatica l’accoglienza. Per richiamare l’attenzione, bisogna suonare un campanaccio, e io l’ho agitato in modo deciso un po’ per scherzo. Abbiamo chiacchierato un poco, senza dilungarci troppo.

Lo s’ceck è il formaggio tenero di Segusino, e prima di oggi non l’avevo mai assaggiato: è un formaggio molle, non troppo profumato, gradevole, che si accompagna bene a una buona ombra di rosso.

Azienda Agricola Dario Stramare

Via San Rocco 51

Segusino (TV)

Tel. 340 6352987

Email: salsett@libero.it