Era questo il soprannome, a S. Canzian d’Isonzo, del nonno materno di Bruno Tirel che in quella che era la casa contadina dei suoi, con tanto di stalla, ha aperto un locale dandogli proprio il nome del suo ben noto parente. Un ritorno alle origini che Bruno, assieme alla moglie Paola, ha fortemente voluto dopo venticinque anni “in giro a cucinare” in ristoranti importanti.
Un ritorno così sentito che nei suoi progetti è entrata anche la decisione di realizzare, accanto allo spazio dedicato alla cultura gastronomica, un museo della civiltà contadina bisiaca. Su questo attaccamento alla propria terra, Bruno Tirel ha anche ispirato la sua cucina, attenta ai sapori di una volta, ma di un casalingo comunque rivisitato per dare quel tocco di differenza proprio di una ristorazione con una precisa identità.
Una possibilità offerta anche dal fatto che l’Osteria da Bepe Meo serve al massimo una cinquantina di coperti e quindi c’è modo di curare il cibo all’interno di una ampia e comoda cucina. I legami dei sapori sono anche quelli con la storia e le usanze ed ecco quindi le serate a tema che Bruno propone nel corso dell’anno, magari per una cena austriaca a ricordo di quando S. Canzian era sotto Francesco Giuseppe.
Mitico lo spadone: non sapevo cosa fosse, e mi ritrovai davanti uno spiedone gigantesco. Ovviamente non riuscii a finirlo, e Bruno mi fece portare a casa il resto.
Osteria da “Bepi Meo”
tel. 0481 70195 - fax 0481 708077
Via Romana, 46
San Canzian d' Isonzo (GO) – 34075
sabato 26 dicembre 2009
Continuano a chiamarlo “Bepi Meo“
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