Verteneglio è un paesino di 2.000 abitanti situato nella parte nord-occidentale dell’Istria, in Croazia. La stretta vicinanza di Verteneglio con il territorio sloveno ed italiano ha fatto sì che da sempre la gente di Verteneglio si identifichi di più con la tradizione e i costumi italiani piuttosto che con quelli croati; nel 1991 la maggioranza della popolazione del Comune di Verteneglio ha dichiarato di essere di nazionalità italiana - questo risultò essere l’unico comune in Croazia nel quale il numero degli abitanti appartenenti ad una comunità nazionale minoritaria superava il numero delle persone appartenenti alle altre nazionalità, mentre adesso la percentuale è scesa al 33%.
Offerta turistico-culturale
L’Ente comunale per il turismo di Verteneglio si occupa della promozione turistica del paese e dello sviluppo di nuovi segmenti e prodotti turistici ed attività in base alle risorse disponibili, seguendo sempre attentamente gli interessi e le esigenze degli ospiti e visitatori. Il pluripremiato campeggio „Park Umag“, situato accanto all’abitato di Carigador, a pochi chilometri dal centro comunale, è uno dei campeggi più grandi del Mediterraneo, e gli interessanti contenuti sia d'animazione che per bambini lo rendono ideale per la vacanza di tutta la famiglia. Sul territorio è presente anche un piccolo boutique hotel a gestione familiare, il quale ha riscosso un ottimo successo durante gli anni scorsi. L’ offerta turistica ricettiva è inoltre arricchita da diversi agriturismo e case vacanza ai quali fa da cornice l’ ambiente autoctono istriano.
È stata recentemente ultimata la prima fase di ricostruzione dell’edificio del vecchio mulino situato nel centro dell’abitato che diverrà la sede del Museo del vino, unico per il suo genere in tutta l’Istria. Numerosi i contenuti del museo, dall' enoteca ad un piccolo amfiteatro previsto per le attività culturali, musicali ...
Tra le numerosi manifestazioni di carattere turistico-tradizionale Verteneglio è particolarmente fiera della Festa della malvasia istriana, giunta ormai alla 27-esima edizione. Ad arricchire il programma all' insegna dell' ottimo vino di rinomati produttori del territorio istriano, nazionale ed internazionale, c' è anche il Pallio delle botti, al quale ogni anno partecipano le squadre di diverse città e comuni membri dell' associazione Città del vino.
A Verteneglio la tradizione artistica è presente da più tempo: nel 1971 si stabilì a Verteneglio lo scultore accademico Aleksandar Rukavina, dal 1996 a Verteneglio ha sede l’Agenzia della democrazia locale per l’Istria, da menzionare anche il gruppo vocale Volta che rappresenta il Comune in numerosi incontri nazionali e internazionali. Ad arricchire la tradizione musicale del paese provvede anche il Centro Studi di Musica Classica “Mauro Masoni” presso la locale Comunità degli Italiani. A riunire i cittadini di Verteneglio contribuisce anche la neonata associazione “Amici della natura Zenone” particolarmente orientata alla difesa della natura.
Sapori enogastronomici ed attrazioni naturali
A contradistinguere il territorio comunale di Verteneglio è la forte concentrazione di produzione di vino. A Verteneglio ci sono infatti sei vitivinicoltori che imbottigliano ed etichettano il proprio vino e che possiedono una cantina vinicola, e molti altri che offrono vini di ottima qualità. Inoltre, ci sono anche diversi produttori di olio d’oliva e altri prodotti tipici locali come il formaggio, il miele, i salumi e la lavanda.
Verteneglio è conosciuta per gli ottimi ristoranti e agriturismo la qui offerta viene contraddistinta dalla tradizione ed il desiderio di custodire i menù a base di carne, pesce e altri ingredienti locali, quali il tartufo, carne di bue istriano ("boškarin"), funghi, asparagi, sogliola...
Da due anni è stata inoltre aperta la Grotta del Marmo, una delle attrazioni locali che non si possono omettere. Finora la grotta ha ospitato più di 20.000 visitatori di tutte le fasce d' età. Tra le bellezze naturali da citare anche il parco naturale di Scarline e la Grotta di Serbani, nonché i castellieri che si affacciano alla vallata del fiume Quieto.
Verteneglio fa parte della rete dei Borghi Europei del Gusto.
Ente per il turismo del Comune di Verteneglio
http://www.brtonigla-verteneglio.hr/
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mercoledì 27 ottobre 2010
giovedì 14 ottobre 2010
Verteneglio, un paese ridente
Siamo stati a Verteneglio, edè un paese bello e ben tenuto. Vediamo un poco la storia.Al 1234 risale il più antico riferimento documentario alla località, presente in un atto di confinazione tra i territori di Cittanova e di S. Giorgio, quest’ultimo castello medievale alla foce del Quieto. Nel documento, il conte Mainardo è chiamato a decidere, quale arbitro, una questione vertente tra Vosalco di Momiano, Enrico di Pisino nonché il Comune di Cittanova da una parte, e Vidotto e Flabiano signori di S. Giorgio dall’altra. Tra le varie località nominate nel documento appare anche Ortoneglo (Verteneglio). Nel Cinquecento Verteneglio doveva essere già una borgata notevole se nei mesi estivi vi soggiornavano i vescovi emoniensi per sfuggire alla malaria. Sappiamo che proprio a Verteneglio, nel 1621, Massimo Rigo, vicario di Eusebio Caimo vescovo di Cittanova già canonico di Aquileia, dava una pergamena con la quale si voleva por fine alle liti sorte tra alcune famiglie buiesi per il diritto di nomina del prete addetto alla locale chiesa della Beata Vergine delle Grazie. Il Caimo, anzi, finì con il morire a Verteneglio il 18 ottobre 1640 e la sua salma fu trasportata ad Udine nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie.
Nella seconda metà del XVI secolo la borgata faceva parte delle parrocchie soggette a Cittanova, ma si apprestava a diventare parrocchia autonoma. Ciò avvenne il 27 gennaio 1580 con la visita apostolica del vescovo Agostino Valier. Come le altre località istriane, anche la nostra ebbe a soffrire le ripetute epidemie di peste. La mancanza di dati a riguardo non ci permette di affermare con certezza se fu risparmiata dal contagio prima del Seicento. Certamente non lo fu dall’epidemia del 1630 –31 che decimò la popolazione locale riducendola da 587 anime a 326. Verteneglio, dopo la peste, si riprese rapidamente. La borgata, favorita dal clima e dal terreno fertile, attirò molte famiglie dai paesi vicini, specialmente da Cittanova dove allora infieriva sia la peste che la malaria. Tra nuove famiglie che si insediarono ricorderemo i Rigo e i Busin, grossi proprietari terrieri e commercianti in legname, pollami e prodotti alimentari. Dal Friuli vennero boscaioli, artigiani, negozianti e coloni e la popolazione crebbe rapidamente attestandosi sui livelli precedenti l’epidemia. Strettamente legato alla peste è il problema della colonizzazione, intrapreso dalla Repubblica di Venezia per ridare vita all’agricoltura e all’economia in generale. L’insediamento di nuovi coloni si effettuava mediante l’investitura, per cui venivano concessi fondi e casali con l’obbligo al pagamento in natura del terratico e delle vigesime ecclesiastiche. Già sul finire del XV secolo la Repubblica di Venezia stanziò a Verteneglio e nella campagna circostante una trentina di famiglie dalmato-montenegrine, la cui presenza è documentata dai cognomi alcuni dei quali ancor oggi esistenti: Barnabà, Covra, Da Lesina (Delesina), Doz. Nel 1530 s’ebbero altri insediamenti nelle campagne di Buie e Cittanova ed, in seguito, negli anni 1540-41, furono ripopolate con Morlacchi e Dalmati le campagne abbandonate di Umago e nuovamente di Buie e Cittanova.
Va detto che questo tipo di colonizzazione non ebbe soltanto ripercussioni sulla struttura etnica del villaggio, ma contribuì anche a modificare le vecchie istituzioni sociali sino allora vigenti. Chi si stabiliva a Verteneglio e diventava proprietario di terre, dopo un decennio, poteva entrare a far parte della vicinìa, una forma assocciativa nella quale nuclei di coltivatori erano riuniti dall’uso o dalla proprietà dei terreni, dei pascoli, dei boschi ecc. Il contadino era qui un libero proprietario che coltivava i suoi poderi, oppure teneva in enfiteusi quelli dei proprietari appartenenti alla stessa vicinìa. Verteneglio era l'unica villa di Cittanova ricca di cereali, vino e olio; dalla Serenissima ricevette in affitto perpetuo il Bosco Cavalier e, nel 1574 la finida de Ortal e quella di Punta Comune in seguito usurpata dai Conti Sabini feudatari di Daila.
http://www.brtonigla-verteneglio.hr/
Nella seconda metà del XVI secolo la borgata faceva parte delle parrocchie soggette a Cittanova, ma si apprestava a diventare parrocchia autonoma. Ciò avvenne il 27 gennaio 1580 con la visita apostolica del vescovo Agostino Valier. Come le altre località istriane, anche la nostra ebbe a soffrire le ripetute epidemie di peste. La mancanza di dati a riguardo non ci permette di affermare con certezza se fu risparmiata dal contagio prima del Seicento. Certamente non lo fu dall’epidemia del 1630 –31 che decimò la popolazione locale riducendola da 587 anime a 326. Verteneglio, dopo la peste, si riprese rapidamente. La borgata, favorita dal clima e dal terreno fertile, attirò molte famiglie dai paesi vicini, specialmente da Cittanova dove allora infieriva sia la peste che la malaria. Tra nuove famiglie che si insediarono ricorderemo i Rigo e i Busin, grossi proprietari terrieri e commercianti in legname, pollami e prodotti alimentari. Dal Friuli vennero boscaioli, artigiani, negozianti e coloni e la popolazione crebbe rapidamente attestandosi sui livelli precedenti l’epidemia. Strettamente legato alla peste è il problema della colonizzazione, intrapreso dalla Repubblica di Venezia per ridare vita all’agricoltura e all’economia in generale. L’insediamento di nuovi coloni si effettuava mediante l’investitura, per cui venivano concessi fondi e casali con l’obbligo al pagamento in natura del terratico e delle vigesime ecclesiastiche. Già sul finire del XV secolo la Repubblica di Venezia stanziò a Verteneglio e nella campagna circostante una trentina di famiglie dalmato-montenegrine, la cui presenza è documentata dai cognomi alcuni dei quali ancor oggi esistenti: Barnabà, Covra, Da Lesina (Delesina), Doz. Nel 1530 s’ebbero altri insediamenti nelle campagne di Buie e Cittanova ed, in seguito, negli anni 1540-41, furono ripopolate con Morlacchi e Dalmati le campagne abbandonate di Umago e nuovamente di Buie e Cittanova.
Va detto che questo tipo di colonizzazione non ebbe soltanto ripercussioni sulla struttura etnica del villaggio, ma contribuì anche a modificare le vecchie istituzioni sociali sino allora vigenti. Chi si stabiliva a Verteneglio e diventava proprietario di terre, dopo un decennio, poteva entrare a far parte della vicinìa, una forma assocciativa nella quale nuclei di coltivatori erano riuniti dall’uso o dalla proprietà dei terreni, dei pascoli, dei boschi ecc. Il contadino era qui un libero proprietario che coltivava i suoi poderi, oppure teneva in enfiteusi quelli dei proprietari appartenenti alla stessa vicinìa. Verteneglio era l'unica villa di Cittanova ricca di cereali, vino e olio; dalla Serenissima ricevette in affitto perpetuo il Bosco Cavalier e, nel 1574 la finida de Ortal e quella di Punta Comune in seguito usurpata dai Conti Sabini feudatari di Daila.
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