La comunicazione nelle nostre realtà
Nella crisi economica del Paese Italia, la piccola e media industria, che nelle Venezie resta indiscussa protagonista, ha rappresentato un argine alla crisi, molto più che la grande industria, per tutto il 2008.
Anche nel Nord-Est i fattori propulsivi dello sviluppo economico hanno subito una attenuazione però il Veneto, roccaforte della piccola media industria, si e ripreso in pieno con aspettative improntate all’ottimismo che nonostante tutto si ripropongono nel corso del 2009 dove la crisi economica mondiale è esplosa con particolare virulenza. Ora è vero che la stretta creditizia ha colpito soprattutto le piccole e medie aziende, notoriamente e storicamente sottocapitalizzate.
Dove possibile, occorre produrre di più e meglio, e seguire con più attenzione mercati e consumatori: se le banche vogliono strangolare il nostro sistema, ricordiamo che vivono solo perché ci depositiamo i nostri soldi. A buon intenditor poche parole.
Dobbiamo tornare alle nostre tradizioni: quelle venetiche dei commerci di cavalli ed ambra e quelle veneziane e venete rivolte all’Europa. Non dobbiamo fare l’errore della Serenissima, che si racchiuse in se stessa e fatalmente decadde.
Quello che manca è la comunicazione: anche se c’è, è frammentaria e malfatta, destinata a perdersi nella confusione di voci. Una volta si usava l’osteria come luogo di incontro, di affari e di comunicazione. Oggi le osterie scarseggiano, e il mondo forse è diventato troppo complicato per utilizzarle come un tempo.
Allora proponiamo uno strumento diverso per la comunicazione territoriale (interna e verso l’esterno) ed aziendale: intendiamo la comunicazione nelle sue varie forme, che si devono adattare ad ogni singola realtà, perché gli scopi e i risultati siano misurabili e conformi.
lunedì 17 agosto 2009
Uno strumento per restare nella tradizione
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