giovedì 18 marzo 2010

Montegaldella, il paese del saluto

Ai confini con il territorio della Provincia di Padova, in una zona pianeggiante solcata dal fiume Bacchiglione, si estende il comune di Montegaldella. Le sue vicende appaiono spesso legate alla storia dell'attigua Montegalda. Pressoché identico è anche il significato del toponimo derivato da warda e indicante l'esistenza di un presidio militare longobardo. La delicata posizione strategica in cui si trovava, ha fatto del castello di Montegaldella uno dei capisaldi per la difesa del territorio vicentino dalle frequenti incursioni dei padovani.


Villa Conti, Lampertico, Campagnolo, detta "La Deliziosa"Nell'area già occupata dal castello, attualmente si può ammirare il grande complesso di Villa Conti, Lampertico, Campagnolo, detta "La Deliziosa", costruita nel XVII secolo e ampliata da Luigi Dalla Vecchia nell'Ottocento. Già villa Conti, nel 1868 alcuni lavori di riadattamento trasfigurarono, purtroppo, il grazioso prospetto della villa, che risale al 1622 e aveva subìto dei rimaneggiamenti nel '700. Di originale resta la bella loggia corinzia. L'attico è ottocentesco, però le statue appartengono al primitivo edificio. Il parco è delimitato da un ampio muro di cinta, dalle barchesse e dalle adiacenze. Assai suggestivo, ha cancelli di ferro battuto considerati tra i più belli del Veneto. Nel giardino si trovano numerose statue delle maschere del teatro italiano attribuite al Marinali o alla sua bottega. Dietro il palazzo si trova la "Ruota", un colossale gruppo scultoreo del Marinali che simboleggia le quattro parti del mondo. La cappella, che sorge al di fuori della recinzione del parco, è del 1741. Conserva una pala di Giambettino Cignaroli (1706-1770) e statue di santi del Marinali (1643-1720).

Montegaldella ha una particolarità che la contraddistingue: portando avanti un'idea molto semplice, quanto "socialmente utile": affermare il saluto come segno di civiltà.

Montegaldella si fregia di avere il primo monumento al "Ciao" del mondo. Si tratta di un monumentale bassorilievo in pietra, opera del maestro scalpellino Guido De Tomasi di Vicenza, che ha immortalato l’effige di Albano Cozza, un ottuagenario di Montegalda, reso celebre per aver prestato la sua faccia bonaria alla campagna di sensibilizzazione 'Salva il Saluto' 2003. il saluto moderno nasce proprio da quelle parti e ha una radice antica: quella veneziana dello “s-cia tuo” ossia "schiavo tuo", che dimostra come salutarsi non sia solo pura formalità, quanto una forma di apertura al prossimo inteso anche come l’inquilino della porta accanto. E sappiamo bene come il valore civile e culturale del salutarsi non solo si stia perdendo, ma nelle grandi città sia diventato addirittura un gesto estraneo.

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