venerdì 4 marzo 2011

Malo

Malo offre piacevoli e interessanti realtà sia per i maladensi sia per i visitatori. La zona fu abitata da antiche popolazioni e dai Venetkens che vi si insediarono dall'ottavo secolo a.C. sulle alture. Intorno a Monte Oresco, Monte Sisilla e Monte Palazzo e nelle colline prossime, si sono rinvenute tracce delle culture neolitica e dell'età del ferro. Si suppone che questi siti fossero collegati alla pista del paleoveneti, che si snodava a mezzacosta, da Vicenza a Magrè e a Sant'Orso.


Le rilevazioni da satellite confermano l'esistenza di due successive centuriazioni rilevabili nel tracciato di strade e carrarecce sull'andamento a scacchiera di cardini e decumani. Asse della centuriazione era il rettifilo tra Sant'Orso e Vicenza, che nella zona corrisponde al Trozo Maran da San Pietro a Ca' Losca. Case, Malo, San Tomio, Isola sono situati all'incirca sul cardine ultrato quinto, al margine della centuriazione.

La strutturazione agricola romana ha lasciato tracce a nordest di Case, a Molina, a San Tomio dove esiste una zona archeologica sul sito di una "villa" romana; nel campanile di San Bernardino si nota qualche mattone sesquipedale; cassette funerarie romane si rinvennero al Visan; a sud di San Rocco,lungo il cardine citrato primo, affiorano strutture di un casale romano.

Nel 917 era già organizzata la Curtis Màladum, centro amministrativo della cultura longobarda. L'uso del territorio, le disposizioni amministrative, le norme della convivenza di frequente si riferiscono all'editto di Rotari. Nomi di luoghi, di persona e termini della parlata maladense sono di origine longobarda. Per la gente che viveva "more romano", ebbe importanza la Pieve di Santa Maria, detta poi del Castello di Malo. Essa continua l'organizzazione del "pagus" romano del Pedemonte da Castelnovo a Leguzzano.

Nel secolo X, per disposizione dell'imperatore Berengario I, i vescovi eressero i castelli di Malo e di San Vittore. Sulla collina e nella pianura i Benedettini avevano costruito casali. Nel 972, nove di essi sono donati dal Vescovo per la riedificazione della Basilica di San Felice, distrutta dagli Ungari. Nel secolo XI accanto ai casali si sviluppa l'allevamento delle greggi e fiorisce l'arte della lana.

Gli Statuti Comunali regolano l'uso dei pascoli. Sorge la chiesa di San Benedetto: nel suo porticale e nella caminata adiacente, accanto al campanile torre, si forma la fiera coscienza civica. Il Comune è retto dal Decano, da Sindaci con varie competenze, e da sei Sapientes (assessori). Altri incaricati controllano l'amministrazione e sono delegati a trattare questioni specifiche. Dal 1507 la sede comunale è trasferita nella Loggia sita in Piazza Vecchia e demolita nel 1900.

Dal 1404 al 1797 Malo fa parte del territorio di San Marco. Venezia conferma la validità degli Statuti Comunali che restano in vigore fino alla soppressione napoleonica. Dal Trecento Malo è sede della Vicarìa: vi si esercita la giustizia in prima istanza per i territori corrispondenti alla Pieve.

Nel Quattrocento, per impulso di Cavazzoli, Loschi, Muzan e Da Porto, si sviluppano l'agricoltura, la produzione di vino e frutta, l'allevamento dei bachi da seta e l'artigianato. Sorgono fattorie organizzate, chiese, belle dimore e palazzi. Nei tre secoli successivi si edificano le ville degli architetti palladiani, degli Scamozzi e del Muttoni.

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