sabato 5 marzo 2011

Villafranca Veronese

La quasi totale l'assenza di reperti archeologici  nel Villafranchese - se si escludono gli sporadici ritrovamenti tombali d'età neolitica e soprattutto i grandi blocchi di pietra appartenuti ad un monumento dedicato all'imperatore Tiberio (I sec. d.C.), impiegati nelle fondazioni della torre centrale del castello ma di provenienza sconosciuta - fa ritenere che l'abitato sia realmente di fondazione recente. Villafranca nasce infatti ufficialmente il 9 marzo del 1185, quando il consiglio maggiore di Verona decide la fondazione di un insediamento abitato all'estremità occidentale della Campagna Veronese, ai confini con Mantova. Fu promosso l'arrivo di nuovi abitanti con la promessa di renderli esenti dalla tassazione altrimenti gravante su tutti gli abitanti del contado (è questo il significato etimologico del nome Borgo Libero, ossia Villafranca). Ad ogni colono furono assegnati 33 campi veronesi, di cui uno per la casa e 32 per la terra da coltivare. In gioco era soprattutto la difesa del territorio contro Mantova lungo la direttrice dell'importante arteria già esistente ai tempi di Roma, l'antica via Postumia, in un punto assai strategico per le comunicazioni. Il comune di Verona diede perciò grande importanza militare a Villafranca e qui volle edificare fin da subito una struttura fortificata, mutatasi poi in castello (1243) e infine, sotto gli Scaligeri (1345-1355), nel perno di un sistema difensivo che, insieme alle rocche di Nogarole e di Valeggio, costituiva il cosiddetto Serraglio, una grande muraglia intervallata da torri e fortilizi di cui oggi rimangono soltanto poche tracce. La funzione originaria di avamposto militare si conservò inalterata per tutto il primo periodo della dominazione veneziana (1405-1518). Poi, con l'avvento delle artiglierie e il rifacimento delle fortificazioni avvenute a Verona nei primi decenni del Cinquecento, la situazione a Villafranca mutò radicalmente. La città si trasforma in stazione di posta e di esazione daziaria per i mercanti e i trasportatori che collegano Mantova a Verona, mentre il castello, che già alla fine del Quattrocento ospitava le abitazioni di una piccola comunità ebraica, è concesso in usufrutto a privati.

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