E’un pezzo che lo sospetto: il prosecco ha fatto il benessere delle nostre colline, ma ora sembra che stia crollando. Il prosecco non era niente, trenta o quarant’anni fa, i contadini producevano vino che vendevano a damigiane, e con la spumantizzazione hanno trovato il ben di dio. Ma ora sembra sia finita.
Leggiamo su Time, in un articolo di Stephan Faris: “According to the Italian farmers' association Coldiretti, exports of spumante jumped 22% in the first half of 2010 — much of that thanks to demand from the U.S. — following a year in which Italian growers outproduced the French region of Champagne for the first time.”
“Italy's main competitive advantage, so far, has been price. The bulk of the country's sales come from prosecco, a relatively cheap sparkling wine, easy to produce and often of low quality. While a bottle of Dom Perignon will ring in at well over $100, after having spent years in the cellar, a good prosecco takes just a few months to move from vine to wineglass and rarely costs more than $15.”
Ecco: la qualità del prodotto. E’ un tasto dolente, se non si cambia strada va tutto a remengo. Un mio amico ha predetto il crollo fra cinque anni, a me sembrano tanti. Comunque, puntare solo sul prezzo per conquistare i mercati, non è una strategia di lungo periodo.
venerdì 31 dicembre 2010
mercoledì 29 dicembre 2010
Il Natale in Serbia
Il Natale per i serbi, che sono cristiani ortodossi, arriva due settimane dopo a quello dei cattolici romani. I Serbi non celebrano il Natale il 25 dicembre, ma il 7 gennaio, mentre si celebra Capodanno il 13 gennaio anziché il 31 dicembre. Questo perché i serbi seguono il calendario giuliano, mentre i cattolici seguono il calendario gregoriano.
La riforma gregoriana del calendario è in vigore dal 1582. Ha fatto le correzioni nel calendario giuliano, dieci giorni dal 5 ottobre al 14 sono stati annullati.. Naturalmente, non tutti i paesi cambiato nel corso del calendario gregoriano in quel momento. La Germania, per esempio, non ha accettato il calendario gregoriano fino al 1775, mentre la Bulgaria non lo ha fatto fino al 1917.
I Serbi, come la maggior parte dei popoli, ha accettato ufficialmente il calendario gregoriano, ma tutti i giorni festivi, specialmente di contenuti culturali o religiose, sono state celebrate secondo il calendario giuliano.
Il giorno prima di Natale, il 6 gennaio, i serbi celebrano Badnje Vece. E' necessario preparare la badnjak (Yule log) in anticipo. La vigilia di Natale ha preso il nome dalla pianta badnjak. In realtà badnjak è la quercia più bella giovane che si può trovare nei boschi.
Il 6 gennaio, al mattino, l'abitudine è quella di andare in cerca di badnjak (rami di quercia con foglie). Quando si trova quella giusta, è necessario tagliarla e portarla fino alla porta della casa e lasciarla lì.
Nei villaggi, dove si possono ancora trovare case con focolari vecchio stile, la consuetudine è che il padre vada fuori a prendere il badnjak sulla porta della loro casa. La madre apre la porta. Entrando, si dovrebbe dire alla madre: "Benvenuta a voi Badnje Vece! ("Christmas Eve")" e prendere la badnjak e metterla sul fuoco del camino per augurare buona fortuna.
L'usanza è anche quello di mettere paglia intorno al fuoco, per simulare la connessione con la terra. Di solito, i serbi mettere monete, noci, mandorle, fichi secchi sulla paglia, tutti i doni per i bambini.
La Vigilia di Natale, la cena è molto interessante.. E 'molto ricco anche se è sempre un pasto senza carne. Simbolicamente il cibo è sempre legato al mondo della morte - fagioli, pesce, fichi secchi, prugne e mele essiccate.
Alla fine della cena, tutti i resti del cibo dovrebbero essere lasciati sul tavolo e coperti con una tovaglia, fino alla mattina di Natale. La convinzione è che durante la notte gli spiriti dei morti vengono a mangiare il cibo lasciato per loro. In questo modo la vigilia di Natale ha il carattere di festa dei morti.
Prima di andare a letto è molto importante coprire la badnjak con cenere calda in modo che brucerà lentamente fino al mattino seguente.
Nella mattinata del 7 gennaio, Natale, la prima persona che entra nella casa si chiama "polozajnik". Questa persona dovrebbe alimentare il fuoco nel camino e dire quanto segue: "Quante scintille, tante quante le pecore. Quante scintille, quanto molto denaro. Quante scintille, quanta la salute!"
Al Polozajnik viene poi offerta lo "Zito" (bollito di Natale, specialità di grano) e il vino nero. L'ospite si fa il segno della croce e mangia un po’ dello "Zito" e beve vino.
Prima di pranzo, mentre il fuoco sta bruciando, la tradizione è di mettere la carne di maiale o tacchino arrosto a cucinarsi lentamente per la cena di Natale.
Per la prima colazione è l'abitudine di preparare la "cicvara" (un piatto a base di farina, uova, burro e formaggio). Sulla tavola vengono serviti dolci secchi anche piccolo, fichi secchi e la grappa di prugne famoso "sljivovica". Di solito la "sljivovica" servito è fatto in casa ed ha almeno dieci anni! Un'altra usanza è quella di preparare una ciotola in cui è piantato il grano giovane a crescere durante il quarto anno a venire.. Il significato è che dovrebbe essere fertile e che la famiglia avrà fortuna.
Quel momento segna l'inizio di "mirbozenje" (la pace e la riconciliazione). Partecipanti di baciare l'un l'altro nel periodo di Natale dicendo: "Mir Bozji". Se ci fosse qualche dissenso, tutti hanno dimenticato.
l giorno di Natale, il pranzo prenderà il via prima del solito e dura più a lungo. Il menu è molto ricco. In contrasto con la vigilia di Natale che si riferisce alle anime, il Natale si riferisce al culto agricoli
La riforma gregoriana del calendario è in vigore dal 1582. Ha fatto le correzioni nel calendario giuliano, dieci giorni dal 5 ottobre al 14 sono stati annullati.. Naturalmente, non tutti i paesi cambiato nel corso del calendario gregoriano in quel momento. La Germania, per esempio, non ha accettato il calendario gregoriano fino al 1775, mentre la Bulgaria non lo ha fatto fino al 1917.
I Serbi, come la maggior parte dei popoli, ha accettato ufficialmente il calendario gregoriano, ma tutti i giorni festivi, specialmente di contenuti culturali o religiose, sono state celebrate secondo il calendario giuliano.
Il giorno prima di Natale, il 6 gennaio, i serbi celebrano Badnje Vece. E' necessario preparare la badnjak (Yule log) in anticipo. La vigilia di Natale ha preso il nome dalla pianta badnjak. In realtà badnjak è la quercia più bella giovane che si può trovare nei boschi.
Il 6 gennaio, al mattino, l'abitudine è quella di andare in cerca di badnjak (rami di quercia con foglie). Quando si trova quella giusta, è necessario tagliarla e portarla fino alla porta della casa e lasciarla lì.
Nei villaggi, dove si possono ancora trovare case con focolari vecchio stile, la consuetudine è che il padre vada fuori a prendere il badnjak sulla porta della loro casa. La madre apre la porta. Entrando, si dovrebbe dire alla madre: "Benvenuta a voi Badnje Vece! ("Christmas Eve")" e prendere la badnjak e metterla sul fuoco del camino per augurare buona fortuna.
L'usanza è anche quello di mettere paglia intorno al fuoco, per simulare la connessione con la terra. Di solito, i serbi mettere monete, noci, mandorle, fichi secchi sulla paglia, tutti i doni per i bambini.
La Vigilia di Natale, la cena è molto interessante.. E 'molto ricco anche se è sempre un pasto senza carne. Simbolicamente il cibo è sempre legato al mondo della morte - fagioli, pesce, fichi secchi, prugne e mele essiccate.
Alla fine della cena, tutti i resti del cibo dovrebbero essere lasciati sul tavolo e coperti con una tovaglia, fino alla mattina di Natale. La convinzione è che durante la notte gli spiriti dei morti vengono a mangiare il cibo lasciato per loro. In questo modo la vigilia di Natale ha il carattere di festa dei morti.
Prima di andare a letto è molto importante coprire la badnjak con cenere calda in modo che brucerà lentamente fino al mattino seguente.
Nella mattinata del 7 gennaio, Natale, la prima persona che entra nella casa si chiama "polozajnik". Questa persona dovrebbe alimentare il fuoco nel camino e dire quanto segue: "Quante scintille, tante quante le pecore. Quante scintille, quanto molto denaro. Quante scintille, quanta la salute!"
Al Polozajnik viene poi offerta lo "Zito" (bollito di Natale, specialità di grano) e il vino nero. L'ospite si fa il segno della croce e mangia un po’ dello "Zito" e beve vino.
Prima di pranzo, mentre il fuoco sta bruciando, la tradizione è di mettere la carne di maiale o tacchino arrosto a cucinarsi lentamente per la cena di Natale.
Per la prima colazione è l'abitudine di preparare la "cicvara" (un piatto a base di farina, uova, burro e formaggio). Sulla tavola vengono serviti dolci secchi anche piccolo, fichi secchi e la grappa di prugne famoso "sljivovica". Di solito la "sljivovica" servito è fatto in casa ed ha almeno dieci anni! Un'altra usanza è quella di preparare una ciotola in cui è piantato il grano giovane a crescere durante il quarto anno a venire.. Il significato è che dovrebbe essere fertile e che la famiglia avrà fortuna.
Quel momento segna l'inizio di "mirbozenje" (la pace e la riconciliazione). Partecipanti di baciare l'un l'altro nel periodo di Natale dicendo: "Mir Bozji". Se ci fosse qualche dissenso, tutti hanno dimenticato.
l giorno di Natale, il pranzo prenderà il via prima del solito e dura più a lungo. Il menu è molto ricco. In contrasto con la vigilia di Natale che si riferisce alle anime, il Natale si riferisce al culto agricoli
martedì 28 dicembre 2010
Luigino Paccagnella e l’Ungheria
Luigino Paccagnella, oltre che occuparsi di vini ungheresi, è un profondo conoscitore delle tradizioni ungheresi, e anche di quelle ucraine. “Le tradizioni legate al Natale interessano in Ungheria anche il periodo dell’Avvento. Con il passare del tempo, in verità, certe usanze sono andate attenuandosi, anche se di esse restano ancora chiare tracce ad esempio nella preparazione della corona dell’Avvento con quattro candele (una per ogni domenica che precede il Natale), nell’osservanza di un determinato regime alimentare la vigilia di Natale, nella speciale cura per le pulizie e gli addobbi della casa. I bambini si dilettano con il calendario dell'Avvento, aprendone ogni giorno una casellina in attesa del Natale. Per i bambini ungheresi il periodo delle festività natalizie vero e proprio inizia con la festa di Santa Klaus, in ungherese «Mikulás». La sera del 5 dicembre tutti i bimbi preparano le loro scarpette e stivali, tirandoli a lucido e deponendoli sul davanzale della finestra, dove la mattina dopo li ritroveranno pieni di dolci e regali.”
Sentiamo qualcosa sul Ntale: “Il giorno di Natale e quello di Santo Stefano sono tradizionalmente dedicati alle visite familliari. Dal 27 dicembre, invece, cominciano i preparativi per festeggiare la lunga notte di San Silvestro. Dopo il cenone tradizionalmente a base di tacchino, pollo o selvaggina, a mezzanotte si brinda con lo spumante: vengono consumati i crauti ripieni o i wurstel con la senape, si va in giro per le vie gremite di gente in festa e poi si balla nei numerosi locali fino all’alba.”
La famiglia si raduna di solito per il pranzo di Capodanno, appuntamento in cui non possono mai mancare lenticchie e maiale arrosto, pietanze di buon augurio. Oltre a feste nei locali e cenoni a base di tipiche prelibatezze ungheresi, numerosi festeggiamenti di piazza vengono organizzati nella capitale e in diverse regioni del Paese: manifestazioni, spettacoli di intrattenimento, concerti e grandiosi fuochi artificiali danno il benvenuto all'anno nuovo.
Nelle famiglie ungheresi, il Natale viene tradizionalmente festeggiato la sera del 24 dicembre. Già diverse settimane prima, nelle piazze di Budapest fanno la loro comparsa i venditori di alberi di Natale con abeti fatti crescere per l’occasione, mentre nelle case degli ecologisti più convinti c’è posto solo per un albero rigorosamente finto.
E se in quasi tutte le chiese viene allestito un presepe, non altrettanto accade nelle case private, dove simbolo della festa è sempre l’albero di Natale. La sera del 24 dicembre l’albero viene addobbato con caramelle tipiche rivestite di carta colorata (le «szaloncukor»), noci dorate, candele, fiocchi, nastrini ecc. Quando l’albero è pronto e tutti i regali sono stati collocati ai suoi piedi, inizia la festa, tra canti natalizi, apertura dei regali e ghiotto cenone. In molte famiglie è usanza mangiare il pesce (soprattutto luccio e carpa), ma anche tacchino alle castagne e crauti ripieni; al termine della cena, poi, non mancano mai i tipici dolci natalizi ungheresi, il più rinomato dei quali è il «bejgli» alle noci o ai semi di papavero.
Il giorno di Natale e quello di Santo Stefano sono tradizionalmente dedicati alle visite famigliari. Dal 27 dicembre, invece, cominciano i preparativi per festeggiare la lunga notte di San Silvestro. Dopo il cenone tradizionalmente a base di tacchino, pollo o selvaggina, a mezzanotte si brinda con lo spumante: vengono consumati i crauti ripieni o i wurstel con la senape, si va in giro per le vie gremite di gente in festa e poi si balla nei numerosi locali fino all’alba.
La famiglia si raduna di solito per il pranzo di Capodanno, appuntamento in cui non possono mai mancare lenticchie e maiale arrosto, pietanze di buon augurio. Oltre a feste nei locali e cenoni a base di tipiche prelibatezze ungheresi, numerosi festeggiamenti di piazza vengono organizzati nella capitale e in diverse regioni del Paese: manifestazioni, spettacoli di intrattenimento, concerti e grandiosi fuochi artificiali danno il benvenuto all'anno nuovo.
Sentiamo qualcosa sul Ntale: “Il giorno di Natale e quello di Santo Stefano sono tradizionalmente dedicati alle visite familliari. Dal 27 dicembre, invece, cominciano i preparativi per festeggiare la lunga notte di San Silvestro. Dopo il cenone tradizionalmente a base di tacchino, pollo o selvaggina, a mezzanotte si brinda con lo spumante: vengono consumati i crauti ripieni o i wurstel con la senape, si va in giro per le vie gremite di gente in festa e poi si balla nei numerosi locali fino all’alba.”
La famiglia si raduna di solito per il pranzo di Capodanno, appuntamento in cui non possono mai mancare lenticchie e maiale arrosto, pietanze di buon augurio. Oltre a feste nei locali e cenoni a base di tipiche prelibatezze ungheresi, numerosi festeggiamenti di piazza vengono organizzati nella capitale e in diverse regioni del Paese: manifestazioni, spettacoli di intrattenimento, concerti e grandiosi fuochi artificiali danno il benvenuto all'anno nuovo.
Nelle famiglie ungheresi, il Natale viene tradizionalmente festeggiato la sera del 24 dicembre. Già diverse settimane prima, nelle piazze di Budapest fanno la loro comparsa i venditori di alberi di Natale con abeti fatti crescere per l’occasione, mentre nelle case degli ecologisti più convinti c’è posto solo per un albero rigorosamente finto.
E se in quasi tutte le chiese viene allestito un presepe, non altrettanto accade nelle case private, dove simbolo della festa è sempre l’albero di Natale. La sera del 24 dicembre l’albero viene addobbato con caramelle tipiche rivestite di carta colorata (le «szaloncukor»), noci dorate, candele, fiocchi, nastrini ecc. Quando l’albero è pronto e tutti i regali sono stati collocati ai suoi piedi, inizia la festa, tra canti natalizi, apertura dei regali e ghiotto cenone. In molte famiglie è usanza mangiare il pesce (soprattutto luccio e carpa), ma anche tacchino alle castagne e crauti ripieni; al termine della cena, poi, non mancano mai i tipici dolci natalizi ungheresi, il più rinomato dei quali è il «bejgli» alle noci o ai semi di papavero.
Il giorno di Natale e quello di Santo Stefano sono tradizionalmente dedicati alle visite famigliari. Dal 27 dicembre, invece, cominciano i preparativi per festeggiare la lunga notte di San Silvestro. Dopo il cenone tradizionalmente a base di tacchino, pollo o selvaggina, a mezzanotte si brinda con lo spumante: vengono consumati i crauti ripieni o i wurstel con la senape, si va in giro per le vie gremite di gente in festa e poi si balla nei numerosi locali fino all’alba.
La famiglia si raduna di solito per il pranzo di Capodanno, appuntamento in cui non possono mai mancare lenticchie e maiale arrosto, pietanze di buon augurio. Oltre a feste nei locali e cenoni a base di tipiche prelibatezze ungheresi, numerosi festeggiamenti di piazza vengono organizzati nella capitale e in diverse regioni del Paese: manifestazioni, spettacoli di intrattenimento, concerti e grandiosi fuochi artificiali danno il benvenuto all'anno nuovo.
lunedì 27 dicembre 2010
Il menu delle feste in Slovenia
Incontriamo Alexji Mavric, e tra una battuta e l’altra,salta fuori il menu di natale. Siamo incuriositi dal fatto che la vicinanza e la facilità di scambi commerciali stanno riducendo le differenze, almeno in cucina. Eccone un esempio:
Lingua di vitello su lettino di insalata di barbabietole
Formaggio fresco con miele e olio d'oliva
Brodo di verdura della casa
Gnocchi di spinaci proposti in terrina di formaggio al radicchio trevigiano e prosciutto crudo
Controfiletto di maiale in crosta di rosmarino
Rollé di vitello in salsa propria
Purea di verdura accompagnato da verdura julienne
Crema della nonna
Oppure:
Affettato di Natale
(Prosciutto crudo del Carso, stomaco farcito alla Tolminese, spiedino di formaggio,
insalata di ravanelli neri)
Gnocchi di patate caserecci con selvaggina in salmì
Tagliatelle con salsa al formaggio ed essenza di tartufo
Risotto con calamari e zucchine
Costoletta di vitello in crosta di funghi porcini su frittata di mele
Filetto di maiale leggermente affumicato su purea di broccoli con salsa al ginepro
Verdura novella in padella
Panna cotta di kefir con salsa alla vaniglia
Pera cotta in vino Terrano farcita alle mandorle
Insomma, la cucina veneta e friulana si sta contaminano con quella slovena. Sono lontani gli anni della guerra fredda.
Lingua di vitello su lettino di insalata di barbabietole
Formaggio fresco con miele e olio d'oliva
Brodo di verdura della casa
Gnocchi di spinaci proposti in terrina di formaggio al radicchio trevigiano e prosciutto crudo
Controfiletto di maiale in crosta di rosmarino
Rollé di vitello in salsa propria
Purea di verdura accompagnato da verdura julienne
Crema della nonna
Oppure:
Affettato di Natale
(Prosciutto crudo del Carso, stomaco farcito alla Tolminese, spiedino di formaggio,
insalata di ravanelli neri)
Gnocchi di patate caserecci con selvaggina in salmì
Tagliatelle con salsa al formaggio ed essenza di tartufo
Risotto con calamari e zucchine
Costoletta di vitello in crosta di funghi porcini su frittata di mele
Filetto di maiale leggermente affumicato su purea di broccoli con salsa al ginepro
Verdura novella in padella
Panna cotta di kefir con salsa alla vaniglia
Pera cotta in vino Terrano farcita alle mandorle
Insomma, la cucina veneta e friulana si sta contaminano con quella slovena. Sono lontani gli anni della guerra fredda.
lunedì 20 dicembre 2010
Le acque termali e le cure
Ora andiamo a vedere a cosa servono le acque termali. La cura mediante acqua termale é una terapia basata sull'assunzione per via orale di bibite termali che di solito sono utili per la rigenerazione funzionale del corpo. Le acque termali sono classificate in base ad alcuni criteri identificativi che corrispondono a caratteri generali (colore, odore, sapore, limpidità, colloidi), ad analisi chimico-fisiche (temperatura, densità, indice di rifrazione, abbassamento crioscopico, pressione osmotica, pH, conducibilità elettrica), a risultati delle analisi chimiche (residuo fisso a 100°C, a 180°C, al rosso scuro, ammoniaca, nitriti, nitrati, ossigeno, idrogeno solforato, grado solfidrometrico, durezza, alcalinità, arsenico, ozono, azione catalitica, reazione al cloridrato di benzidina, gas).
Le acque minerali possono essere classificate in maniera diversa a seconda del parametro (proprietà terapeutiche, caratteristiche chimiche, fisiche, chimico-fisiche).
Con riferimento alla concentrazione salina, in base al residuo fisso a 180°, le acque sono distinte in:
- acque oligominerali con residuo non superiore a mg200/l;
- acque mediominerali con residuo compreso tra mg.200/l e 1/l;
- acque minerali (in senso stretto) con residuo superiore a 1/1.
Questa classificazione non deve creare confusione perché, secondo la legge italiana, esse sono tutte “acque minerali” usate per le loro qualità terapeutiche speciali e la differenza riguarda solo il contenuto “in minerali”.
In relazione alla temperatura si distinguono:
- acque fredde, con temperatura alla sorgente inferiore a 20°C
- acque calde o termali con temperatura superiore a 20°C. A loro volta le acque termali si distinguono in:
- ipotermali (con temperatura tra 20° e 30 °C)
- omeotermali (con temperatura tra 30° e 40°C)
- ipertermali (con temperatura superiore a 40°C).
Guardando alla composizione salina è possibile individuare:
- acque solfuree, se c’è una prevalenza dell’anione solfidrile;
- acque salse se c’è una prevalenza dell’anione cloruro;
- acque solfate se prevale l’anione solfato;
- acque bicarbonate se c’è prevalenza dell’anione bicarbonato.
A loro volta questi tipi di acqua possono presentare degli altri anioni in qualità significative determinando dei sottotipi es. acque salso-bicarbonate, acque salsobromoiodiche…
In Italia è adottata la classificazione di Marotta e Sica nella quale sono presi in considerazione aspetti quantitativi e qualitativi e che di seguito, per completezza, vi forniamo.
Classificazione italiana della acque minerali secondo Marotta e Sica (Annuali di chimica applicata).
Acque oligominerali
- (Residuo a 180° non superiore a 0,200°/00)
Acque medio minerali
- (Residuo a 180° superiore a 0.200°/00 inferiore a 1,00°/00)
Acque minerali
- Salse
- Solfuree
- Arsenicali ferruginose
- Bicarbonate
- Solfate
ACQUE DA BAGNO
Acque fredde
(Temperatura non superiore a 20°C)
Salse
Solfuree
Bicarbonate
Acque ipotermali
(Temperatura tra 20° e 30°C)
Salse
Solfuree
Bicarbonate
Acque termali
(Temperatura tra 30° e 40°C)
Salse
Solfuree
Solfate
Acque ipertermali
(Temperatura superiore a 40°C)
Salse
Solfuree
Bicarbonate
Solfate
Le patologie che possono trarre beneficio dalle cure termali, sono indicate dal Ministero della Salute con decreto e sono le seguenti:
Malattie reumatiche:
- osteoartrosi ed altre forme degenarative;
- reumatismi extra articolari.
Malattie delle vie respiratorie:
- sindromi rinosinusitiche-bronchiali croniche;
- bronchiti croniche semplici o accompagnate da componente ostruttiva (con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare cronico).
Malattie dermatologiche:
- psoriasi (esclusa la forma pustolosa, eritrodermica);
- eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative);
- dermatite seborroica ricorrente.
Malattie ginecologiche:
- sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva;
- leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche e distrofiche.
Malattie O.R.L.:
- rinopatia vasomotoria;
- faringolaringiti croniche;
- sinusiti croniche;
- stenosi tubariche;
- otiti catarrali croniche;
- otiti croniche purulente non coleostomatose.
Malattie dell’apparato urinario:
- calcolosi delle vie urinarie e sue recidive.
Malattie vascolari:
- postumi di flebopatie di tipo cronico.
Malattie dell’apparato gastroenterico:
- dispepsia di origine gastroenterica e biliare;
- sindrome dell’intestino irritabile nelle varietà con stipsi.
Le acque minerali possono essere classificate in maniera diversa a seconda del parametro (proprietà terapeutiche, caratteristiche chimiche, fisiche, chimico-fisiche).
Con riferimento alla concentrazione salina, in base al residuo fisso a 180°, le acque sono distinte in:
- acque oligominerali con residuo non superiore a mg200/l;
- acque mediominerali con residuo compreso tra mg.200/l e 1/l;
- acque minerali (in senso stretto) con residuo superiore a 1/1.
Questa classificazione non deve creare confusione perché, secondo la legge italiana, esse sono tutte “acque minerali” usate per le loro qualità terapeutiche speciali e la differenza riguarda solo il contenuto “in minerali”.
In relazione alla temperatura si distinguono:
- acque fredde, con temperatura alla sorgente inferiore a 20°C
- acque calde o termali con temperatura superiore a 20°C. A loro volta le acque termali si distinguono in:
- ipotermali (con temperatura tra 20° e 30 °C)
- omeotermali (con temperatura tra 30° e 40°C)
- ipertermali (con temperatura superiore a 40°C).
Guardando alla composizione salina è possibile individuare:
- acque solfuree, se c’è una prevalenza dell’anione solfidrile;
- acque salse se c’è una prevalenza dell’anione cloruro;
- acque solfate se prevale l’anione solfato;
- acque bicarbonate se c’è prevalenza dell’anione bicarbonato.
A loro volta questi tipi di acqua possono presentare degli altri anioni in qualità significative determinando dei sottotipi es. acque salso-bicarbonate, acque salsobromoiodiche…
In Italia è adottata la classificazione di Marotta e Sica nella quale sono presi in considerazione aspetti quantitativi e qualitativi e che di seguito, per completezza, vi forniamo.
Classificazione italiana della acque minerali secondo Marotta e Sica (Annuali di chimica applicata).
Acque oligominerali
- (Residuo a 180° non superiore a 0,200°/00)
Acque medio minerali
- (Residuo a 180° superiore a 0.200°/00 inferiore a 1,00°/00)
Acque minerali
- Salse
- Solfuree
- Arsenicali ferruginose
- Bicarbonate
- Solfate
ACQUE DA BAGNO
Acque fredde
(Temperatura non superiore a 20°C)
Salse
Solfuree
Bicarbonate
Acque ipotermali
(Temperatura tra 20° e 30°C)
Salse
Solfuree
Bicarbonate
Acque termali
(Temperatura tra 30° e 40°C)
Salse
Solfuree
Solfate
Acque ipertermali
(Temperatura superiore a 40°C)
Salse
Solfuree
Bicarbonate
Solfate
Le patologie che possono trarre beneficio dalle cure termali, sono indicate dal Ministero della Salute con decreto e sono le seguenti:
Malattie reumatiche:
- osteoartrosi ed altre forme degenarative;
- reumatismi extra articolari.
Malattie delle vie respiratorie:
- sindromi rinosinusitiche-bronchiali croniche;
- bronchiti croniche semplici o accompagnate da componente ostruttiva (con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare cronico).
Malattie dermatologiche:
- psoriasi (esclusa la forma pustolosa, eritrodermica);
- eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative);
- dermatite seborroica ricorrente.
Malattie ginecologiche:
- sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva;
- leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche e distrofiche.
Malattie O.R.L.:
- rinopatia vasomotoria;
- faringolaringiti croniche;
- sinusiti croniche;
- stenosi tubariche;
- otiti catarrali croniche;
- otiti croniche purulente non coleostomatose.
Malattie dell’apparato urinario:
- calcolosi delle vie urinarie e sue recidive.
Malattie vascolari:
- postumi di flebopatie di tipo cronico.
Malattie dell’apparato gastroenterico:
- dispepsia di origine gastroenterica e biliare;
- sindrome dell’intestino irritabile nelle varietà con stipsi.
sabato 18 dicembre 2010
Delle Spa e del turismo termale
Spa (in francese Spa) è una città in Belgio, in provincia di Liegi. E' conosciuta come un luogo termale ed di bagni a causa della sue sorgenti minerali. Divenne popolare alla fine del XV secolo, quando il soggiorno per scopi medici, così come per il relax, di persone nobili divenne abituale. La sigla significa SPA Sanus Per Aquam o salute attraverso l'acqua.
Turismo termale significa non solo valorizzazione delle qualità terapeutiche delle acque e, più in generale, delle loro applicazioni, ma anche richiesta di servizi ricettivi adeguati alla nuova dimensione qualitativa della vacanza moderna e quindi di opportunità ambientali, culturali e rigeneranti di elevato contenuto. Sotto il profilo della commercializzazione del turismo termale significa altresì proposte qualità/prezzo che rispondano alle effettive capacità di assorbimento dei diversi mercati. La sempre più approfondita conoscenza del ricchissimo patrimonio termale italiano, ed internazionale, e delle sue molteplici applicazioni,permette di sopperire non solo come centro di cura ma anche di prevenzione e riabilitazione, di trovare risposte alle nuove richieste del mercato, di fare chiarezza tra termalismo e trattamenti del benessere ed estetici, ed ancora di certificare a livello europeo il ruolo e l’importanza delle cure termali
Identificare ciò che si desidera eseguire, quindi selezionare una stazione termale che consente di concentrarsi su uno spazio di rilievo, quali:
* Fitness - Lavoro in lezioni di fitness, godere di trattamenti per il corpo tonificante, partecipare alle attività sportive all'aperto o registrati per i programmi per dimagrire, mettersi in forma o di adottare un sano stile di vita.
* Gestione dello Stress - Imparare le tecniche di rilassamento, come gestire lo stress, e altre strategie per sentirsi più in equilibrio e sotto controllo.
* Peace of Mind - Perseguire un cammino spirituale di introspezione e di riflessione attraverso la meditazione, yoga, tai chi, chi gong e altre pratiche o attività che portano alla serenità, comprensione e accettazione di sé.
* Coccole e da diporto - Gli ospiti di praticare il loro sensi con massaggi, trattamenti viso, bagni di fango o di aroma e di altri trattamenti delizioso che si godono una vacanza in pieno relax. Può essere qualsiasi cosa, da rifacimento di una ragazza, compongono le classi, momenti preziosi condivisi da parte di coppie, madri e figlie ... per occasioni speciali come matrimoni e di laurea.
* Salute e Benessere - Esplora la salute, imparare ad affrontare questioni come il fumo o preoccupazioni di tipo medico e scoprire come scelte di vita può portare al benessere ottimale.
Spa cosmetici - si specializza in medicina miglioramenti, come la pelle di lisciatura trattamenti laser, lifting, botox o trattamenti per la cellulite, modellamento del corpo, cosmetici odontoiatria.
La strategia di marketing dovrebbe includere una campagna di PR, che comprenderà familiarisations media, comunicati stampa e le promozioni.
Negli ultimi anni il mercato del benessere italiano è stato interessato da un notevole sviluppo sia quantitativo che qualitativo. Si sono affermati nuovi modelli di consumo, con una domanda crescente di servizi che integrano i trattamenti termali con il fitness, la bellezza e il relax.
Le imprese legate al benessere sono in Italia oltre 30 mila (Tavola 1), di cui il 78% nelle regioni del Nord Italia. All’interno di questo insieme, i centri benessere sono 2.488, pari all’8% del totale, due terzi dei quali al Nord. Si stima che il solo giro d'affari delle SPA (salus per aquam), metà delle quali collegate ad hotel, abbia superato nel 2009 il miliardo di euro e raggiunge i 4 miliardi con l’indotto.
Le località termali e del turismo del benessere (cosiddetto wellness) accolgono il 4,2% delle presenze turistiche stimate nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere in Italia, ovvero oltre 15 milioni di presenze all’anno.
Vi è una leggera prevalenza di clientela internazionale, dal momento che la quota di presenze straniere è superiore (4,4%, contro il 4,1% di clientela nazionale).
Tra le principali motivazioni per le quali i turisti italiani scelgono di trascorrere un soggiorno turistico nelle destinazioni termali e del benessere in Italia c’è la voglia di benessere e fitness (46%), il desiderio di trascorrere una vacanza rilassante (35%) in un ambiente naturale di pregio (30%), gli interessi enogastronomici (21%). Nel corso della vacanza uno su due visita SPA e centri benessere; il 37% pratica attività sportive.
Non deve sorprendere che l’età media di coloro che frequentano gli stabilimenti si sia progressivamente abbassata: è infatti scesa sotto la soglia del 40% l’incidenza degli anziani e si è attestata vicino al 25% quella delle persone con un’età compresa tra i 20 e i 45 anni (dati Federterme). Segno evidente che anche fra le giovani generazioni si avverte sempre più il bisogno di prendersi cura di sé e trascorrere periodi di relax in un ambiente, quello termale, che sta imparando a rispondere a una domanda di salute che comprende il benessere fisico e mentale.
Turismo termale significa non solo valorizzazione delle qualità terapeutiche delle acque e, più in generale, delle loro applicazioni, ma anche richiesta di servizi ricettivi adeguati alla nuova dimensione qualitativa della vacanza moderna e quindi di opportunità ambientali, culturali e rigeneranti di elevato contenuto. Sotto il profilo della commercializzazione del turismo termale significa altresì proposte qualità/prezzo che rispondano alle effettive capacità di assorbimento dei diversi mercati. La sempre più approfondita conoscenza del ricchissimo patrimonio termale italiano, ed internazionale, e delle sue molteplici applicazioni,permette di sopperire non solo come centro di cura ma anche di prevenzione e riabilitazione, di trovare risposte alle nuove richieste del mercato, di fare chiarezza tra termalismo e trattamenti del benessere ed estetici, ed ancora di certificare a livello europeo il ruolo e l’importanza delle cure termali
Identificare ciò che si desidera eseguire, quindi selezionare una stazione termale che consente di concentrarsi su uno spazio di rilievo, quali:
* Fitness - Lavoro in lezioni di fitness, godere di trattamenti per il corpo tonificante, partecipare alle attività sportive all'aperto o registrati per i programmi per dimagrire, mettersi in forma o di adottare un sano stile di vita.
* Gestione dello Stress - Imparare le tecniche di rilassamento, come gestire lo stress, e altre strategie per sentirsi più in equilibrio e sotto controllo.
* Peace of Mind - Perseguire un cammino spirituale di introspezione e di riflessione attraverso la meditazione, yoga, tai chi, chi gong e altre pratiche o attività che portano alla serenità, comprensione e accettazione di sé.
* Coccole e da diporto - Gli ospiti di praticare il loro sensi con massaggi, trattamenti viso, bagni di fango o di aroma e di altri trattamenti delizioso che si godono una vacanza in pieno relax. Può essere qualsiasi cosa, da rifacimento di una ragazza, compongono le classi, momenti preziosi condivisi da parte di coppie, madri e figlie ... per occasioni speciali come matrimoni e di laurea.
* Salute e Benessere - Esplora la salute, imparare ad affrontare questioni come il fumo o preoccupazioni di tipo medico e scoprire come scelte di vita può portare al benessere ottimale.
Spa cosmetici - si specializza in medicina miglioramenti, come la pelle di lisciatura trattamenti laser, lifting, botox o trattamenti per la cellulite, modellamento del corpo, cosmetici odontoiatria.
La strategia di marketing dovrebbe includere una campagna di PR, che comprenderà familiarisations media, comunicati stampa e le promozioni.
Negli ultimi anni il mercato del benessere italiano è stato interessato da un notevole sviluppo sia quantitativo che qualitativo. Si sono affermati nuovi modelli di consumo, con una domanda crescente di servizi che integrano i trattamenti termali con il fitness, la bellezza e il relax.
Le imprese legate al benessere sono in Italia oltre 30 mila (Tavola 1), di cui il 78% nelle regioni del Nord Italia. All’interno di questo insieme, i centri benessere sono 2.488, pari all’8% del totale, due terzi dei quali al Nord. Si stima che il solo giro d'affari delle SPA (salus per aquam), metà delle quali collegate ad hotel, abbia superato nel 2009 il miliardo di euro e raggiunge i 4 miliardi con l’indotto.
Le località termali e del turismo del benessere (cosiddetto wellness) accolgono il 4,2% delle presenze turistiche stimate nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere in Italia, ovvero oltre 15 milioni di presenze all’anno.
Vi è una leggera prevalenza di clientela internazionale, dal momento che la quota di presenze straniere è superiore (4,4%, contro il 4,1% di clientela nazionale).
Tra le principali motivazioni per le quali i turisti italiani scelgono di trascorrere un soggiorno turistico nelle destinazioni termali e del benessere in Italia c’è la voglia di benessere e fitness (46%), il desiderio di trascorrere una vacanza rilassante (35%) in un ambiente naturale di pregio (30%), gli interessi enogastronomici (21%). Nel corso della vacanza uno su due visita SPA e centri benessere; il 37% pratica attività sportive.
Non deve sorprendere che l’età media di coloro che frequentano gli stabilimenti si sia progressivamente abbassata: è infatti scesa sotto la soglia del 40% l’incidenza degli anziani e si è attestata vicino al 25% quella delle persone con un’età compresa tra i 20 e i 45 anni (dati Federterme). Segno evidente che anche fra le giovani generazioni si avverte sempre più il bisogno di prendersi cura di sé e trascorrere periodi di relax in un ambiente, quello termale, che sta imparando a rispondere a una domanda di salute che comprende il benessere fisico e mentale.
venerdì 17 dicembre 2010
Pederiva, la cantina degli spumanti
Incontriamo Mariangela, una simpatica biondina che a tutto avrebbe pensato, ma non a fare spumanti. Lei infatti aveva il sogno di fare la camionista, sogno almeno in parte realizzato, ma poi i casi della vita l’hanno portata a produrre nell’azienda di famiglia, appunto, spumanti.
Tutto iniziò quando il padre Giovanni Pederiva cominciò a produrre prosecco col fondo, poi dopo qualche anno ci fu la scelta di spumantizzare, circa 30 anni fa. L’orgoglio di essere stati fra i primi a Valdobbiadene è tangibile. Spumantizzazione che riguardava Cartizze e vari tipi di prosecco. Poi, il conto terzi della spumantizzazione, per cui conoscono vita e miracoli dei coltivatori loro clienti.
La qualità dei loro prodotti è rinomata: esportano anche in Kenia. Il fratello Walter cura la cantina, mentre lei cura gli aspetti commerciali ed amministrativi dell’azienda.
Pederiva Spumanti produce e vende Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG extra dry, Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut, Prosecco DOC Millesimato, Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG, Prosecco Treviso DOC Tranquillo.
Proviamo il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut DOCG. Ha un profumo intenso e fruttato delicato al sapore e dalla spiccata vivacità, ha perlage fine e persistente. Si accompagna felicemente ai piatti delicati e sottolinea le grandi occasioni. Ideale con cacciagione, grigliate, pesce e formaggi. E' consigliabile servirlo in caraffa alla temperatura di 6-8 C°.
Soc. Agr. PEDERIVA di Pederiva Walter e Mariangela
Via Cal del Grot 1/1
31049 Guia di Valdobbiadene (TV)
Tel: +39 0423900143
Fax: +39 0423900140
Cell.: +39 340 2892437
http://spumantipederiva.com/
email: spumanti.pederiva@libero.it
Tutto iniziò quando il padre Giovanni Pederiva cominciò a produrre prosecco col fondo, poi dopo qualche anno ci fu la scelta di spumantizzare, circa 30 anni fa. L’orgoglio di essere stati fra i primi a Valdobbiadene è tangibile. Spumantizzazione che riguardava Cartizze e vari tipi di prosecco. Poi, il conto terzi della spumantizzazione, per cui conoscono vita e miracoli dei coltivatori loro clienti.
La qualità dei loro prodotti è rinomata: esportano anche in Kenia. Il fratello Walter cura la cantina, mentre lei cura gli aspetti commerciali ed amministrativi dell’azienda.
Pederiva Spumanti produce e vende Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG extra dry, Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut, Prosecco DOC Millesimato, Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG, Prosecco Treviso DOC Tranquillo.
Proviamo il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut DOCG. Ha un profumo intenso e fruttato delicato al sapore e dalla spiccata vivacità, ha perlage fine e persistente. Si accompagna felicemente ai piatti delicati e sottolinea le grandi occasioni. Ideale con cacciagione, grigliate, pesce e formaggi. E' consigliabile servirlo in caraffa alla temperatura di 6-8 C°.
Soc. Agr. PEDERIVA di Pederiva Walter e Mariangela
Via Cal del Grot 1/1
31049 Guia di Valdobbiadene (TV)
Tel: +39 0423900143
Fax: +39 0423900140
Cell.: +39 340 2892437
http://spumantipederiva.com/
email: spumanti.pederiva@libero.it
mercoledì 15 dicembre 2010
Carlo Costacurta, un intermediario finanziario a 360 gradi
Allora, abbiamo conosciuto Carlo Costacurta, un agente di intermediazione finanziaria, uno che opera in tutto il Nordest e nell’Italia settentrionale in generale: sembra un poco strano in mezzo a macellai e vignaioli al festival europeo del gusto, ma ha la sua ragione di esserci.
Ricordiamo che alla fine tutti questi personaggi hanno una funzione economica. E ce l’ha anche lui. La locazione finanziaria ha sostenuto le Pmi anche nell’acquisto dell’usato di macchinari e impianti per la produzione, accompagnando una crescita a piccoli passi. Il leasing di beni strumentali usati ha rappresentato una delle maggiori opportunità per quelle aziende che miglioravano la qualità e la quantità della loro produzione rilevando un macchinario ancora attuale, contribuendo anche all’aggiornamento produttivo dell’impresa venditrice che, a sua volta, acquisiva un macchinario più performante innescando un circuito virtuoso.
Lui lavora per una società di brokeraggio nel settore leasing, ma anche finanziamenti, mutui, noleggio autovetture e beni strumentali: abbiamo parlato di 360 gradi, e crediamo di non aver esagerato.
In particolare opera nel leasing auto, strumentale, immobiliare,nautico, estero. Ci ha incuriosito il leasing estero, e gli abbiamo chiesto spiegazioni. Praticamente è un leasing all’estero per società con sede legale in Italia e garanzie italiane. Di solito è un leasing strumentale subordinato all'analisi di fattibilità legale e fiscale riservato a Primaria Clientela che costituiscono iniziative commerciali all'estero.
La sua clientela è composta nel settore auto da concessionari, salonisti, ma arriva agli studi di consulenza, agli studi commercialisti.
Insomma, opera per le aziende, in un momento non facile, e la sua presenza è più che giustificata, e ci è sembrato giusto farlo incontrare per offrire una opportunità in più.
Carlo Costacurta
Cell:: 338 2718144
carlocostacurta@libero.it
Ricordiamo che alla fine tutti questi personaggi hanno una funzione economica. E ce l’ha anche lui. La locazione finanziaria ha sostenuto le Pmi anche nell’acquisto dell’usato di macchinari e impianti per la produzione, accompagnando una crescita a piccoli passi. Il leasing di beni strumentali usati ha rappresentato una delle maggiori opportunità per quelle aziende che miglioravano la qualità e la quantità della loro produzione rilevando un macchinario ancora attuale, contribuendo anche all’aggiornamento produttivo dell’impresa venditrice che, a sua volta, acquisiva un macchinario più performante innescando un circuito virtuoso.
Lui lavora per una società di brokeraggio nel settore leasing, ma anche finanziamenti, mutui, noleggio autovetture e beni strumentali: abbiamo parlato di 360 gradi, e crediamo di non aver esagerato.
In particolare opera nel leasing auto, strumentale, immobiliare,nautico, estero. Ci ha incuriosito il leasing estero, e gli abbiamo chiesto spiegazioni. Praticamente è un leasing all’estero per società con sede legale in Italia e garanzie italiane. Di solito è un leasing strumentale subordinato all'analisi di fattibilità legale e fiscale riservato a Primaria Clientela che costituiscono iniziative commerciali all'estero.
La sua clientela è composta nel settore auto da concessionari, salonisti, ma arriva agli studi di consulenza, agli studi commercialisti.
Insomma, opera per le aziende, in un momento non facile, e la sua presenza è più che giustificata, e ci è sembrato giusto farlo incontrare per offrire una opportunità in più.
Carlo Costacurta
Cell:: 338 2718144
carlocostacurta@libero.it
lunedì 13 dicembre 2010
PD Distribuzione: crescere mantenendo intatti i valori etici
Dal web, dall'Antica Osteria Zanatta, una recensione che non lascia dubbio alcuno “Disponibili, bravi, buon servizio e buoni prezzi “.
L' ”indiziato” è l'azienda PD distribuzione srl di Sala d'Istrana. Chissà se il suo fondatore, Danilo Pozzebon, quando trenta anni orsono la fondò,dopo aver imparato la professione in una azienda storica del settore a Treviso, avrebbe mai pensato di giungere ai livelli di eccellenza così riconosciuti!
Ne parliamo con la moglie Luisa e i figli Serena e Denis, che hanno saputo raccogliere l'eredità di questo imprenditore, che su 'il piacere della sete' ha saputo costruire una azienda in cui ritroviamo intatti quei valori etici che debbono permeare la vita di un organismo vivente quale è l'impresa privata.
Ma andiamo con ordine : PD distribuisce bevande e fornisce servizi al mondo del pubblico esercizio nelle sue diverse articolazioni, seleziona vini e liquori, importa birre. Vi lasciamo immaginare soltanto la complessità del lavoro. Una volta bastava arrivare al bar e al ristorante, scaricare la merce, fare due parole in croce e via. Oggi i tempi sono cambiati.
Il mondo del pubblico esercizio ha subito delle mutazioni strutturali incredibili : non basta più la pura fornitura materiale di pur ottime bevande. PD ha saputo sviluppare in questi anni un concetto diverso della distribuzione che capovolge, semplicemente, l'idea tradizionale.
Distribuire vuol dire, anche e soprattutto, concentrarsi sul servizio. Ecco dunque la scelta di sviluppare la fornitura su misura, la disponibilità a consigliare e guidare le scelte del cliente, l'apertura a forniture anche di piccole quantità (soprattutto nel settore dei vini e dei liquori grazie alla enoteca interna), la disponibilità oraria per forniture che coprono le 24 ore e rispondono in tempi reali alle esigenze anche non programmate dei pubblici esercizi; l'assistenza e la fornitura per la realizzazione di eventi; l'aggiornamento professionale continuo e la ricerca continua di nuove proposte di qualità.
Sono soltanto alcuni degli esempi di una professionalità autentica, sulla quale si innesta una passione che ha, appunto, radici antiche.
PD distribuzione appartiene a quel raro pianeta dell'eccellenza al quale la fretta e la superficialità dei tempi d'oggi impediscono l'accesso ai più.
Il Premio Giornalistico l'Altratavola , fondato dalla Associazione nel lontano 1989 con il Patrocinio della rivista l'Etichetta diretta da Luigi Veronelli, ha deciso per l'edizione 2010 di segnalare l'azienda di Sala d'Istrana. Niente patacche o diplomi di dubbio gusto. Semplicemente la pubblicazione di tutta una serie di servizi informativi nella stampa locale e nazionale.
PD DISTRIBUZIONE S.r.l.
Via Postioma, 53 Istrana, TV 31036
Tel: 0422/73542 Fax: 0422/832116
email: pd.distribuzione@libero.it
L' ”indiziato” è l'azienda PD distribuzione srl di Sala d'Istrana. Chissà se il suo fondatore, Danilo Pozzebon, quando trenta anni orsono la fondò,dopo aver imparato la professione in una azienda storica del settore a Treviso, avrebbe mai pensato di giungere ai livelli di eccellenza così riconosciuti!
Ne parliamo con la moglie Luisa e i figli Serena e Denis, che hanno saputo raccogliere l'eredità di questo imprenditore, che su 'il piacere della sete' ha saputo costruire una azienda in cui ritroviamo intatti quei valori etici che debbono permeare la vita di un organismo vivente quale è l'impresa privata.
Ma andiamo con ordine : PD distribuisce bevande e fornisce servizi al mondo del pubblico esercizio nelle sue diverse articolazioni, seleziona vini e liquori, importa birre. Vi lasciamo immaginare soltanto la complessità del lavoro. Una volta bastava arrivare al bar e al ristorante, scaricare la merce, fare due parole in croce e via. Oggi i tempi sono cambiati.
Il mondo del pubblico esercizio ha subito delle mutazioni strutturali incredibili : non basta più la pura fornitura materiale di pur ottime bevande. PD ha saputo sviluppare in questi anni un concetto diverso della distribuzione che capovolge, semplicemente, l'idea tradizionale.
Distribuire vuol dire, anche e soprattutto, concentrarsi sul servizio. Ecco dunque la scelta di sviluppare la fornitura su misura, la disponibilità a consigliare e guidare le scelte del cliente, l'apertura a forniture anche di piccole quantità (soprattutto nel settore dei vini e dei liquori grazie alla enoteca interna), la disponibilità oraria per forniture che coprono le 24 ore e rispondono in tempi reali alle esigenze anche non programmate dei pubblici esercizi; l'assistenza e la fornitura per la realizzazione di eventi; l'aggiornamento professionale continuo e la ricerca continua di nuove proposte di qualità.
Sono soltanto alcuni degli esempi di una professionalità autentica, sulla quale si innesta una passione che ha, appunto, radici antiche.
PD distribuzione appartiene a quel raro pianeta dell'eccellenza al quale la fretta e la superficialità dei tempi d'oggi impediscono l'accesso ai più.
Il Premio Giornalistico l'Altratavola , fondato dalla Associazione nel lontano 1989 con il Patrocinio della rivista l'Etichetta diretta da Luigi Veronelli, ha deciso per l'edizione 2010 di segnalare l'azienda di Sala d'Istrana. Niente patacche o diplomi di dubbio gusto. Semplicemente la pubblicazione di tutta una serie di servizi informativi nella stampa locale e nazionale.
PD DISTRIBUZIONE S.r.l.
Via Postioma, 53 Istrana, TV 31036
Tel: 0422/73542 Fax: 0422/832116
email: pd.distribuzione@libero.it
Come ti riciclo il formadi frant a Savorgnano
L’idea è venuta dal classico panettone, quello normale con uvetta e scorze di agrumi, e dal bisogno di utilizzare in qualche modo il formadi frant, quello non adatto alla stagionatura per vari motivi.
Allora quelle forme si lavorano, aggiungendo fichi, pistacchi e noci, aggiungendo panna da affioramento da bestie di razza pezzata rossa. Naturalmente il formadi frant è di quello stravecchio.
Il risultato è il confezionamento in piccole forme, adatte alla commercializzazione, che hanno un gusto tutto particolare. Alla sapidità del formaggio è abbinato il gusto dolce dei fichi, il gusto dei pistacchi, mentre le noci danno una nota che smorza un poco quello dolce dei fichi. Risultato ottimo.
Latteria di Savorgnano di De Giusti Massimo
VIA SANTA PETRONILLA, 2/A
33078 S. VITO AL TAGLIAMENTO (PN)
TEL. 348.1600983 - 328.5728648
monicadegiusti@yahoo.it
Allora quelle forme si lavorano, aggiungendo fichi, pistacchi e noci, aggiungendo panna da affioramento da bestie di razza pezzata rossa. Naturalmente il formadi frant è di quello stravecchio.
Il risultato è il confezionamento in piccole forme, adatte alla commercializzazione, che hanno un gusto tutto particolare. Alla sapidità del formaggio è abbinato il gusto dolce dei fichi, il gusto dei pistacchi, mentre le noci danno una nota che smorza un poco quello dolce dei fichi. Risultato ottimo.
Latteria di Savorgnano di De Giusti Massimo
VIA SANTA PETRONILLA, 2/A
33078 S. VITO AL TAGLIAMENTO (PN)
TEL. 348.1600983 - 328.5728648
monicadegiusti@yahoo.it
sabato 11 dicembre 2010
Loris Gallina, la cantina con tanti eredi
La cantina di Loris Gallina ha tanti eredi perché ha cinque figli, ma il padre promette bene e quindi si spera che qualcuno proseguirà la sua opera sulla qualità.
Siamo sulle colline di Valdobbiadene, quasi a Saccol, e il nome ci è stato segnalato da una comune conoscenza. Iniziò il nonno, con un’azienda familiare come si usava ai tempi, in proprietà. Il nonno faceva formaggio, perché aveva una malga sul Cesen.
Il papà di Loris cominciò a coltivare la vite, all’80% viti di prosecco, e la saga è cominciata. Si trovano in una posizione privilegiata, a 280 slm, un terreno che dà una produzione di vini leggeri da uve gentili di alta qualità, e ora il prosecco è docg.
Il terreno è composto da un substrato profondo limoso-calcareo-argilloso, ha un sensibile tenore di carboidrati, mentre la quantità di sostanze organiche defluisce verso il basso. Pertanto questa zona è particolarmente adatta alla cultura dei vitigni.
Per la lavorazione dei vigneti, adotta il metodo in contro spalliera, cioè il “Guyot capovolto”, con una densità di duemilacento piante per ettaro: tale metodo influisce positivamente sul vigore della vite: ne risulta un migliore equilibrio vegetativo, determinando un ottimo risultato per quanto riguarda la qualità durante la vendemmia.
Azienda agricola Loris Gallina
Via Roccat e Ferrari 34
Loc. Saccol-Valdobbiadene (TV)
Tel/fax 0423.975814
Cell.335.6477187
Email: ale.valgallina@gmail.com
Siamo sulle colline di Valdobbiadene, quasi a Saccol, e il nome ci è stato segnalato da una comune conoscenza. Iniziò il nonno, con un’azienda familiare come si usava ai tempi, in proprietà. Il nonno faceva formaggio, perché aveva una malga sul Cesen.
Il papà di Loris cominciò a coltivare la vite, all’80% viti di prosecco, e la saga è cominciata. Si trovano in una posizione privilegiata, a 280 slm, un terreno che dà una produzione di vini leggeri da uve gentili di alta qualità, e ora il prosecco è docg.
Il terreno è composto da un substrato profondo limoso-calcareo-argilloso, ha un sensibile tenore di carboidrati, mentre la quantità di sostanze organiche defluisce verso il basso. Pertanto questa zona è particolarmente adatta alla cultura dei vitigni.
Per la lavorazione dei vigneti, adotta il metodo in contro spalliera, cioè il “Guyot capovolto”, con una densità di duemilacento piante per ettaro: tale metodo influisce positivamente sul vigore della vite: ne risulta un migliore equilibrio vegetativo, determinando un ottimo risultato per quanto riguarda la qualità durante la vendemmia.
Azienda agricola Loris Gallina
Via Roccat e Ferrari 34
Loc. Saccol-Valdobbiadene (TV)
Tel/fax 0423.975814
Cell.335.6477187
Email: ale.valgallina@gmail.com
venerdì 10 dicembre 2010
L'azienda agricola Lucchetta e il Calpena
L'azienda agricola Lucchetta viene condotta unicamente dalla famiglia Lucchetta (da Giuseppe, Mario, Alessandro e Marco) che, attraverso limitata produzione e gestione mirata del vigneto, rispetto delle tradizioni e l'ausilio delle moderne tecnologie in cantina offre un prodotto di elevata qualità, riconosciuta anche da prestigiosi concorsi enologici regionali, nazionali ed internazionali.
L'azienda attualmente è costituita da un corpo unico che ricopre una superficie di circa 50 ettari. Circa metà di questi sono adibiti a vigneto mentre i rimanenti a coltivazioni erbacee e prato stabile.
Marcello Lucchetta, proveniente da una famiglia di remote tradizioni viticole, vendette la vigna che aveva ereditato dal padre sita a Pieve di Soligo ed acquistò un piccolo fondo rustico posto sulle colline di Conegliano in Via Calpena.
Il termine Calpena non designa semplicemente una via ma una vera e propria località collinare sita tra Conegliano e la frazione di Ogliano confinando con le località Gai (San Vendemmiano) e Castello Roganzuolo. Nel passato questa zona apparteneva a varie famiglie nobiliari. Le ville di quest'ultime sono poste sulla prima catena di colline (l'odierna Monticella) fronte la pianura. Dietro di esse continuano le colline sino ad arrivare alle prealpi, coperte soprattutto da vigneti e in parte da olivi (da cui deriva il nome Ogliano, dato ad una piccola frazione di Conegliano per la sua vocazione all'olivicoltura apprezzata in tempi antichi anche dai romani).
Il "CALPENA" è un CONEGLIANO e VALDOBBIADENE PROSECCO SPUMANTE D.O.C. Extra Dry, con il 100% di Prosecco della pregiata varietà Balbi prodotte sui terreni collinari dell’azienda utilizzando l’ottica della agricoltura ecosostenibile; le uve vengono interamente raccolte a mano con selezione accurata dei grappoli piccoli e spargoli.
Dopo breve macerazione pellicolare e pressatura soffice così da estrarre solo il mosto fiore che proviene dal cuore dell'acino, viene effettuata la decantazione statica e fermentazione a bassa temperatura con lieviti selezionati; la chiarifica in modo naturale, presa di spuma in autoclave con rifermentazione molto lenta a basse temperature ed imbottigliamento.
Email: info@lucchettavini.com
http://www.lucchettavini.com/
via Calpena, 38 31015 Conegliano - TV - Italia
tel. +39 0438 32564 - fax +39 0438 35279
L'azienda attualmente è costituita da un corpo unico che ricopre una superficie di circa 50 ettari. Circa metà di questi sono adibiti a vigneto mentre i rimanenti a coltivazioni erbacee e prato stabile.
Marcello Lucchetta, proveniente da una famiglia di remote tradizioni viticole, vendette la vigna che aveva ereditato dal padre sita a Pieve di Soligo ed acquistò un piccolo fondo rustico posto sulle colline di Conegliano in Via Calpena.
Il termine Calpena non designa semplicemente una via ma una vera e propria località collinare sita tra Conegliano e la frazione di Ogliano confinando con le località Gai (San Vendemmiano) e Castello Roganzuolo. Nel passato questa zona apparteneva a varie famiglie nobiliari. Le ville di quest'ultime sono poste sulla prima catena di colline (l'odierna Monticella) fronte la pianura. Dietro di esse continuano le colline sino ad arrivare alle prealpi, coperte soprattutto da vigneti e in parte da olivi (da cui deriva il nome Ogliano, dato ad una piccola frazione di Conegliano per la sua vocazione all'olivicoltura apprezzata in tempi antichi anche dai romani).
Il "CALPENA" è un CONEGLIANO e VALDOBBIADENE PROSECCO SPUMANTE D.O.C. Extra Dry, con il 100% di Prosecco della pregiata varietà Balbi prodotte sui terreni collinari dell’azienda utilizzando l’ottica della agricoltura ecosostenibile; le uve vengono interamente raccolte a mano con selezione accurata dei grappoli piccoli e spargoli.
Dopo breve macerazione pellicolare e pressatura soffice così da estrarre solo il mosto fiore che proviene dal cuore dell'acino, viene effettuata la decantazione statica e fermentazione a bassa temperatura con lieviti selezionati; la chiarifica in modo naturale, presa di spuma in autoclave con rifermentazione molto lenta a basse temperature ed imbottigliamento.
Email: info@lucchettavini.com
http://www.lucchettavini.com/
via Calpena, 38 31015 Conegliano - TV - Italia
tel. +39 0438 32564 - fax +39 0438 35279
giovedì 9 dicembre 2010
Il mondo finanziario partecipa alle iniziative del 3° Festival Europeo del Gusto
Il 3° Festival Europeo del Gusto, promosso dalla associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto, ha suscitato l'interesse di molti operatori del settore finanziario, a conferma che laddove ci si impegna per valorizzare le energie imprenditoriali, vi è spazio per originali sinergie.
Imprenditori di dieci Regioni italiane e dieci Paesi Europei del settore turistico ed agroalimentare si sono confrontati con giornalisti e comunicatori, per dare spazio a quelle aziende piccole e medie che solitamente non conoscono le prime pagine dei giornali.
Così l'attenzione del mondo finanziario si è concretizzata nel partenariato che l'Ufficio dei Promotori Finanziari di Bassano del Grappa di Banca Mediolanum ha voluto concedere alla manifestazione internazionale.
"Non si è trattato di una semplice sponsorizzazione – osserva Laura Panizutti, dell'Ufficio dei Promotori Finanziari di Bassano del Grappa di Banca Mediolanum, -, ma di una vera e propria partnership,con interventi nel corso degli incontri e dei dibattiti, non solo per presentare i prodotti e la filosofia di Banca Mediolanum, ma per portare un contributo concreto alle tematiche affrontate. In un certo senso, gli imprenditori hanno 'sentito' una presenza diversa,affidabile".
La presenza di Banca Mediolanum conferma una scelta e una vocazione del Gruppo Bancario di essere vicino alle iniziative che si svolgono nelle comunità locali, al fine di dare una visibilità sul territorio e di sostenere con convinzione le attività culturali,sportive e del tempo libero che il mondo del volontariato organizza ed esprime.
Il sistema delle banche di credito cooperativo, proprio per la loto stessa natura, ha contribuito al Festival con la partecipazione nella Terraferma Veneziana di Banca Santo Stefano, impegnata a sostenere a Scorzè le iniziative di valorizzazione della Terra del Tiepolo. A Nervesa della Battaglia, nella zona del Montello trevigiano, Banca della Marca ha appoggiato l'iniziativa di donare ai bambini del secondo ciclo delle scuole elementari un materiale didattico di educazione alimentare, Viaggio dentro la Vita.
Infine , sempre nella zona di Montebelluna, Carlo Costacurta, agente in attività finanziaria, apprezzato e stimato professionista nel settore del leasing (in tutti i campi), ha voluto partecipare al progetto del Festival, sia dal punto di vista del sostegno economico che della partecipazione ai diversi eventi in programma.
Costacurta, che rappresenta una primaria società di brokeraggio del settore leasing e dei finanziamenti, ha osservato che “.....l'attività professionale non deve estraniarsi dalle iniziative che il mondo imprenditoriale sviluppa, al fine di valorizzare al meglio il tessuto economico locale. Vi è, alla base, una convinzione profonda che l'identità culturale debba essere salvaguardata : vivo ed opero in una comunità e sento una responsabilità sociale precisa nei suoi confronti.”
Imprenditori di dieci Regioni italiane e dieci Paesi Europei del settore turistico ed agroalimentare si sono confrontati con giornalisti e comunicatori, per dare spazio a quelle aziende piccole e medie che solitamente non conoscono le prime pagine dei giornali.
Così l'attenzione del mondo finanziario si è concretizzata nel partenariato che l'Ufficio dei Promotori Finanziari di Bassano del Grappa di Banca Mediolanum ha voluto concedere alla manifestazione internazionale.
"Non si è trattato di una semplice sponsorizzazione – osserva Laura Panizutti, dell'Ufficio dei Promotori Finanziari di Bassano del Grappa di Banca Mediolanum, -, ma di una vera e propria partnership,con interventi nel corso degli incontri e dei dibattiti, non solo per presentare i prodotti e la filosofia di Banca Mediolanum, ma per portare un contributo concreto alle tematiche affrontate. In un certo senso, gli imprenditori hanno 'sentito' una presenza diversa,affidabile".
La presenza di Banca Mediolanum conferma una scelta e una vocazione del Gruppo Bancario di essere vicino alle iniziative che si svolgono nelle comunità locali, al fine di dare una visibilità sul territorio e di sostenere con convinzione le attività culturali,sportive e del tempo libero che il mondo del volontariato organizza ed esprime.
Il sistema delle banche di credito cooperativo, proprio per la loto stessa natura, ha contribuito al Festival con la partecipazione nella Terraferma Veneziana di Banca Santo Stefano, impegnata a sostenere a Scorzè le iniziative di valorizzazione della Terra del Tiepolo. A Nervesa della Battaglia, nella zona del Montello trevigiano, Banca della Marca ha appoggiato l'iniziativa di donare ai bambini del secondo ciclo delle scuole elementari un materiale didattico di educazione alimentare, Viaggio dentro la Vita.
Infine , sempre nella zona di Montebelluna, Carlo Costacurta, agente in attività finanziaria, apprezzato e stimato professionista nel settore del leasing (in tutti i campi), ha voluto partecipare al progetto del Festival, sia dal punto di vista del sostegno economico che della partecipazione ai diversi eventi in programma.
Costacurta, che rappresenta una primaria società di brokeraggio del settore leasing e dei finanziamenti, ha osservato che “.....l'attività professionale non deve estraniarsi dalle iniziative che il mondo imprenditoriale sviluppa, al fine di valorizzare al meglio il tessuto economico locale. Vi è, alla base, una convinzione profonda che l'identità culturale debba essere salvaguardata : vivo ed opero in una comunità e sento una responsabilità sociale precisa nei suoi confronti.”
mercoledì 8 dicembre 2010
Le Visite Gustose alla Pasticceria Cargnello di Col San Martino
I Comunicatori del Festival Europeo del Gusto si sono fermati più volte a 'consumare' una colazione, nelle prime ore del mattino, alla Pasticceria Cargnello di Col San Martino.
L'ambiente è luminoso, pulito, con un arredamento di sobria eleganza ( ben lontano dagli effetti kitsch di certi locali o dal minimalismo esasperato di altri).
Un fornito angolo di lettura accompagna gli avventori che vogliano trascorrere qualche scampolo di tempo non alienato in questa autentica bomboniera.
Buono il caffè (ottenuto dalla scelta e dalla combinazione personalizzata delle materie prime) ; ottime le brioches, con una scelta davvero inusitata e ampia.
Certamente un indirizzo da segnarsi con convinzione!
Via Giarentine, 1
31010 Farra di Soligo Treviso
0438 898115
L'ambiente è luminoso, pulito, con un arredamento di sobria eleganza ( ben lontano dagli effetti kitsch di certi locali o dal minimalismo esasperato di altri).
Un fornito angolo di lettura accompagna gli avventori che vogliano trascorrere qualche scampolo di tempo non alienato in questa autentica bomboniera.
Buono il caffè (ottenuto dalla scelta e dalla combinazione personalizzata delle materie prime) ; ottime le brioches, con una scelta davvero inusitata e ampia.
Certamente un indirizzo da segnarsi con convinzione!
Via Giarentine, 1
31010 Farra di Soligo Treviso
0438 898115
lunedì 6 dicembre 2010
Il Prosecco Docg frizzante Conegliano Valdobbiadene del Grappolo
Abbiamo assaggiato il vino del Grappolo, azienda vitivinicola a San Pietro di Feletto. E’ un vino frizzante, il Prosecco Docg frizzante Conegliano Valdobbiadene, dal colore giallo paglierino scarico, con riflessi tendenti al verdolino, con un finissimo perlage, ottenuto per fermentazione naturale a pressione moderata. I profumi fruttati che richiamano la mela verde, la banana, gli agrumi e i profumi floreali, dai fiori d’acacia al glicine. Questi profumo si ripetono al palato.
COLORE :GIALLO PAGLIERINO SCARICO CON RIFLESSI VERDOGNOLI.
PROFUMO: FRUTTATO, INTENSO, PERSONALISSIMO, SUADENTE.
SAPORE: ELEGANTE E RAFFINATO, GIUSTAMENTE ACIDULO E ARMONICAMENTE BILANCIATO, VELLUTATO, IN PERFETTOEQUILIBRIO GUSTO - OLFATTIVO.
ABBINAMENTO: IL CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG SI PRESENTA COME UN VINO DA TUTTO PASTO O DA APERITIVO, DA CONSUMARE IN COMPAGNIA.
LA TEMPERATURA DI SERVIZIO È DI 5° - 7° C
Via S. MICHELE 99 - SAN PIETRO DI FELETTO (TV) -
Cell. 348 2235424 - Tel. 0438 60608
Email: az.agr.ilgrappolo@alice.it
http://www.viniilgrappolo.com
COLORE :GIALLO PAGLIERINO SCARICO CON RIFLESSI VERDOGNOLI.
PROFUMO: FRUTTATO, INTENSO, PERSONALISSIMO, SUADENTE.
SAPORE: ELEGANTE E RAFFINATO, GIUSTAMENTE ACIDULO E ARMONICAMENTE BILANCIATO, VELLUTATO, IN PERFETTOEQUILIBRIO GUSTO - OLFATTIVO.
ABBINAMENTO: IL CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG SI PRESENTA COME UN VINO DA TUTTO PASTO O DA APERITIVO, DA CONSUMARE IN COMPAGNIA.
LA TEMPERATURA DI SERVIZIO È DI 5° - 7° C
Via S. MICHELE 99 - SAN PIETRO DI FELETTO (TV) -
Cell. 348 2235424 - Tel. 0438 60608
Email: az.agr.ilgrappolo@alice.it
http://www.viniilgrappolo.com
La Serbia
Ci sono stato diverse volte in Serbia, e mi sono innamorato di quello che ho visto. Belgrado è un misto di una nostra città e di una Napoli che non so porre in quale periodo storico, anche se ora le ferite più evidenti della guerra sono state cancellate. Ricordo un taxista, gentilissimo, dopo che avevo sbagliato l’uscita al ponte della Sava, personale competente al Metropol, e così via.
Nel Veneto risiede un terzo di tutti gli immigrati dalla repubblica ex jugoslava in Italia: 23.000 persone. Nel solo capoluogo di Vicenza, dove gli immigrati sono il 13% (rispetto ad una media provinciale del 10%), con una provenienza che copre oltre 100 Stati e che si differenzia ulteriormente sulla base di diverse provenienze etnico-culturali, tra le comunità nazionali di imprenditori e lavoratori autonomi quella proveniente dalla Serbia risulta (come nel caso di Trieste), la più numerosa. Su scala regionale seconda è la provincia di Treviso, dove sono presenti circa 6.000 serbi.
La Serbia sta cercando di recuperare sé stessa e la propria identità dopo un recente passato disastroso: non va dimenticato che se i bombardamenti le hanno ridotto in macerie molte industrie, la sua cultura imprenditoriale rimane intatta e simile a quella veneta.
Nel corso degli incontri svoltisi negli ultimi tempi tra i rappresentanti diplomatici serbi e le delegazioni degli imprenditori locali, è stato posto in rilievo che il Veneto può rappresentare un partner importantissimo per il Paese ex-jugoslavo, non soltanto perchè nel territorio è presente una comunità serba determinata e laboriosa: anche la vicinanza e la mentalità imprenditoriale comune favoriscono rapporti più stretti tra i due Paesi.
Il paese balcanico costituisce indubbiamente un interessante partner economico per il Veneto, grazie a settori molto qualificati come il metalmeccanico, il tessile-abbigliamento, l'alimentare e il vinicolo.
Da parte degli operatori economici regionali sta quindi crescendo l’interesse verso il futuro prossimo del Paese balcanico, alle opportunità derivanti dalla seconda fase della privatizzazione, agli investimenti nel mercato locale e perché la Serbia, avendo sottoscritto un importante accordo in base al quale tutte le merci ivi prodotte possono essere esportate in Russia senza dazi, può rappresentare una buona base di partenza verso quel mercato.
La Serbia si trova in due parti geografiche distinte dell'Europa. nella parte settentrionale della Repubblica si trova il bassopiano centro-europeo, mentre la parte meridionale è costituita da colline e monti. Più di 15 vette superano i 2.000 metri sul livello del mare. La Serbia offre una grande ricchezza di luoghi naturali, tra cui cinque parchi nazionali. I principali fiumi navigabili sono il Danubio, la Sava e la Tisa. Il Danubio, il fiume più lungo d'Europa, percorre circa 600 km lungo il paese. Il clima predominante della Serbia è quello continentale, tendente al Mediterraneo nella zona a sud.
Belgrado (o Beograd) è la capitale e l'"anima" della Serbia moderna. Si affaccia sulla confluenza della Sava e del Danubio. Nel corso della sua lunga storia è stata distrutta e ricostruita numerose volte. Oggi è una città moderna con circa 2 milioni di abitanti. Belgrado offre ai suoi visitatori un ricco programma culturale ed artistico, eventi sportivi, molti musei e monumenti culturali e storici.
La Vojvodina è la parte settentrionale della Serbia. È formata dalle regioni di Backa, Srem e Banat. I fiumi Danubio, Tisa e Sava attraversano questa zona per lo più pianeggiante. In questa regione si trovano affascinanti città come Novi Sad, che spesso hanno conservato il loro patrimonio culturale barocco. La parte più grande della Vojvodina è formata da villaggi e terreni agricoli con immensi campi di girasole, frumento e altre colture.
La regione a sud di Belgrado è il cuore della Serbia, dove il turismo è molto sviluppato. Qui si trovano numerose colline e montagne basse. E' il luogo dove i re serbi avevano costruito la loro capitale, ma anche dove furono costruiti i monasteri più belli dell'ortodossia serba. I festival folcloristici e la musica gitana, come il Guca Festival, conferiscono a questa zona un fascino particolare.
Nel Veneto risiede un terzo di tutti gli immigrati dalla repubblica ex jugoslava in Italia: 23.000 persone. Nel solo capoluogo di Vicenza, dove gli immigrati sono il 13% (rispetto ad una media provinciale del 10%), con una provenienza che copre oltre 100 Stati e che si differenzia ulteriormente sulla base di diverse provenienze etnico-culturali, tra le comunità nazionali di imprenditori e lavoratori autonomi quella proveniente dalla Serbia risulta (come nel caso di Trieste), la più numerosa. Su scala regionale seconda è la provincia di Treviso, dove sono presenti circa 6.000 serbi.
La Serbia sta cercando di recuperare sé stessa e la propria identità dopo un recente passato disastroso: non va dimenticato che se i bombardamenti le hanno ridotto in macerie molte industrie, la sua cultura imprenditoriale rimane intatta e simile a quella veneta.
Nel corso degli incontri svoltisi negli ultimi tempi tra i rappresentanti diplomatici serbi e le delegazioni degli imprenditori locali, è stato posto in rilievo che il Veneto può rappresentare un partner importantissimo per il Paese ex-jugoslavo, non soltanto perchè nel territorio è presente una comunità serba determinata e laboriosa: anche la vicinanza e la mentalità imprenditoriale comune favoriscono rapporti più stretti tra i due Paesi.
Il paese balcanico costituisce indubbiamente un interessante partner economico per il Veneto, grazie a settori molto qualificati come il metalmeccanico, il tessile-abbigliamento, l'alimentare e il vinicolo.
Da parte degli operatori economici regionali sta quindi crescendo l’interesse verso il futuro prossimo del Paese balcanico, alle opportunità derivanti dalla seconda fase della privatizzazione, agli investimenti nel mercato locale e perché la Serbia, avendo sottoscritto un importante accordo in base al quale tutte le merci ivi prodotte possono essere esportate in Russia senza dazi, può rappresentare una buona base di partenza verso quel mercato.
La Serbia si trova in due parti geografiche distinte dell'Europa. nella parte settentrionale della Repubblica si trova il bassopiano centro-europeo, mentre la parte meridionale è costituita da colline e monti. Più di 15 vette superano i 2.000 metri sul livello del mare. La Serbia offre una grande ricchezza di luoghi naturali, tra cui cinque parchi nazionali. I principali fiumi navigabili sono il Danubio, la Sava e la Tisa. Il Danubio, il fiume più lungo d'Europa, percorre circa 600 km lungo il paese. Il clima predominante della Serbia è quello continentale, tendente al Mediterraneo nella zona a sud.
Belgrado (o Beograd) è la capitale e l'"anima" della Serbia moderna. Si affaccia sulla confluenza della Sava e del Danubio. Nel corso della sua lunga storia è stata distrutta e ricostruita numerose volte. Oggi è una città moderna con circa 2 milioni di abitanti. Belgrado offre ai suoi visitatori un ricco programma culturale ed artistico, eventi sportivi, molti musei e monumenti culturali e storici.
La Vojvodina è la parte settentrionale della Serbia. È formata dalle regioni di Backa, Srem e Banat. I fiumi Danubio, Tisa e Sava attraversano questa zona per lo più pianeggiante. In questa regione si trovano affascinanti città come Novi Sad, che spesso hanno conservato il loro patrimonio culturale barocco. La parte più grande della Vojvodina è formata da villaggi e terreni agricoli con immensi campi di girasole, frumento e altre colture.
La regione a sud di Belgrado è il cuore della Serbia, dove il turismo è molto sviluppato. Qui si trovano numerose colline e montagne basse. E' il luogo dove i re serbi avevano costruito la loro capitale, ma anche dove furono costruiti i monasteri più belli dell'ortodossia serba. I festival folcloristici e la musica gitana, come il Guca Festival, conferiscono a questa zona un fascino particolare.
domenica 5 dicembre 2010
L’unicità di Trieste nel Nordest
L’unificazione all’Italia avvenne nel1918, ma tale annessione retrocesse Trieste al ruolo di “porto qualunque”, avendo perso, una volta svincolata dal contesto mitteleuropeo, la sua unicità.
Il secondo conflitto mondiale comportò la perdita delle terre della penisola Istriana, e della costa dalmata, passate alla neocostituita Jugoslavia, e la storia della città in quel buio periodo, è caratterizzata da numerose e tristi vicende, leggi foibe, molte delle quali gettano ancora oggi, dopo più di mezzo secolo, oscure ombre. La sorte della città, pretesa dalla Jugoslavia, rimase incerta per lungo tempo: in attesa di definizione, l’entroterra venne diviso in due parti, l’una amministrata dagli angloamericani e l’altra dagli jugoslavi. Nello specifico, la città fu soggetta all’amministrazione alleata con la costituzione del Territorio Libero di Trieste. Solo nel 1954, con la firma del Memorandum di Londra, Trieste e il suo entroterra furono definitivamente restituiti all’Italia.
Ma il periodo buio non finì: invecchiamento della popolazione, industria in crisi, e così via. Ci fu lentamente la nascita di nuovi orizzonti, e poi ci fu il dissolvimento dell’exJugoslavia, che tra l’altro comportò una crisi del commercio.
Ora Trieste ha un compito più importante: i popoli veneti sono sì divisi, in Europa, fra tre stati nazionali, ma l’abbattimento delle frontiere, fra poco sparirà anche quella croata, pone Trieste al centro gravitazionale, cultura, trasporti e così via, presente ora solo in embrione. Venezia resta la memoria storica, ma Trieste può rappresentare il presente economico dei popoli di quest’area. Ora che non ci sono più ideologie guerrafondaie, non a caso i veneti hanno accolto sempre i foresti, dai romani in poi, ci può essere nuova vita e nuova linfa per questa parte delle Venezie e del Veneto nella sua totalità e per i vicini popoli..
Il secondo conflitto mondiale comportò la perdita delle terre della penisola Istriana, e della costa dalmata, passate alla neocostituita Jugoslavia, e la storia della città in quel buio periodo, è caratterizzata da numerose e tristi vicende, leggi foibe, molte delle quali gettano ancora oggi, dopo più di mezzo secolo, oscure ombre. La sorte della città, pretesa dalla Jugoslavia, rimase incerta per lungo tempo: in attesa di definizione, l’entroterra venne diviso in due parti, l’una amministrata dagli angloamericani e l’altra dagli jugoslavi. Nello specifico, la città fu soggetta all’amministrazione alleata con la costituzione del Territorio Libero di Trieste. Solo nel 1954, con la firma del Memorandum di Londra, Trieste e il suo entroterra furono definitivamente restituiti all’Italia.
Ma il periodo buio non finì: invecchiamento della popolazione, industria in crisi, e così via. Ci fu lentamente la nascita di nuovi orizzonti, e poi ci fu il dissolvimento dell’exJugoslavia, che tra l’altro comportò una crisi del commercio.
Ora Trieste ha un compito più importante: i popoli veneti sono sì divisi, in Europa, fra tre stati nazionali, ma l’abbattimento delle frontiere, fra poco sparirà anche quella croata, pone Trieste al centro gravitazionale, cultura, trasporti e così via, presente ora solo in embrione. Venezia resta la memoria storica, ma Trieste può rappresentare il presente economico dei popoli di quest’area. Ora che non ci sono più ideologie guerrafondaie, non a caso i veneti hanno accolto sempre i foresti, dai romani in poi, ci può essere nuova vita e nuova linfa per questa parte delle Venezie e del Veneto nella sua totalità e per i vicini popoli..
mercoledì 1 dicembre 2010
A Villa Curtis Vadi a Cordovado
Non era previsto, perché Dazzan si presumeva impegnato. Poi invece ha insistito per accompagnarci insieme ad un amico a Villa Curtis a Cordovado, sotto una pioggia battente che si è trasformata poi in neve. A Villa Curtis si sono dimostrati subito ospitali, perché ci hanno offerto salame cotto, salsiccia e un buon bicchiere di rosso. Poteva ben nevicare.
Immersa nel verde di un bosco secolare, si erge Villa Curtis. Tornata al suo antico splendore grazie ad un sapiente restauro, si presenta con grande versatilità architettonica. Da ampi saloni adatti a ricevimenti nuziali e meetings aziendali, a riservate sale per colazioni di lavoro, nonchè intime cene consone con l'atmosfera rilassante del luogo.
Inoltre vari angoli appartati del parco si offrono ad invitanti rinfreschi estivi.
Il ristorante Villa Curtis Vadi, nel fresco contesto di un parco lussureggiante, accoglie nelle sue eleganti sale gli ospiti che desiderano degustare le raffinatezze gastronomiche della Casa.
Infine, professionalità e ospitalità non potevano mancare per soddisfare i desideri e i bisogni degli ospiti.
Villa Curtis Vadi
Via del Pino, 10/A
33075 Cordovado (PN)
Tel/Fax 0434.68320
http://www.villacurtisvadi.com/
email: villacurtis@villacurtisvadi.com/
Immersa nel verde di un bosco secolare, si erge Villa Curtis. Tornata al suo antico splendore grazie ad un sapiente restauro, si presenta con grande versatilità architettonica. Da ampi saloni adatti a ricevimenti nuziali e meetings aziendali, a riservate sale per colazioni di lavoro, nonchè intime cene consone con l'atmosfera rilassante del luogo.
Inoltre vari angoli appartati del parco si offrono ad invitanti rinfreschi estivi.
Il ristorante Villa Curtis Vadi, nel fresco contesto di un parco lussureggiante, accoglie nelle sue eleganti sale gli ospiti che desiderano degustare le raffinatezze gastronomiche della Casa.
Infine, professionalità e ospitalità non potevano mancare per soddisfare i desideri e i bisogni degli ospiti.
Villa Curtis Vadi
Via del Pino, 10/A
33075 Cordovado (PN)
Tel/Fax 0434.68320
http://www.villacurtisvadi.com/
email: villacurtis@villacurtisvadi.com/
Etichette:
cordovado,
curtis vadi,
friuli,
Pordenone,
villa
martedì 30 novembre 2010
Il Prosecco dell’Abbazia di Follina
Ci aveva dato il nome il titolare della trattoria ristorante Due Torri di Collalto di Susegana. Ci aveva descritto un giovane che faceva del buon prosecco, facile da bere ma soprattutto genuino.
Passando per Follina, ci siamo fermati a conoscerlo, nel pieno dei lavori per realizzare la sua nuova cantina, Michele Dalto.
Subito si è offerto di mostrarci e spiegarci il vigneto: un terreno che era stato abbandonato e ricolonizzato da arbusti e dal bosco sovrastante la collina, a destra della provinciale tra Pieve di Soligo e Follina e che domina la splendida visuale che si apre sul borgo di Premaor. Terreno ripido, che impone lavorazioni manuali, sistema guyot, argilla in quantità e tanto entusiasmo . Lui è laureato in Economia, specializzato in statistica, e per vivere ha scelto di fare il vignaiolo, aiutato anche dai fratelli che operano in tutt’altro campo.
Che sia un tipo amante del lavoro lo si capisce subito, gli studi li ha fatti aiutandosi andando il pomeriggio e nei momenti liberi nei cantieri, e soprattutto di questo ne va fiero.
Non ha una grande produzione essendosi messo da poco nel settore, ed essendo le viti ancora piuttosto giovani, ma che ci sappia fare non vi è dubbio. Ha scelto di spumantizzare la produzione, e di curare in prima persona la vendita del suo prodotto per trasmettere ai clienti tutta la sua passione ed entusiasmo e per risparmiare sui costi. Ora produce un solo tipo di spumante, ma in cantiere ce ne sono altri.
Ca’ Foscari ha prodotto un altro ottimo elemento: gli auguriamo di arrivare molto in alto.
Az. Agr. Abbazia di Follina S.s.
Via Giazzera 12 31051 Follina - Treviso
Tel. & Fax +39 0438 971568
http://www.abbaziafollina.com/
email: info@abbaziafollina.com
Passando per Follina, ci siamo fermati a conoscerlo, nel pieno dei lavori per realizzare la sua nuova cantina, Michele Dalto.
Subito si è offerto di mostrarci e spiegarci il vigneto: un terreno che era stato abbandonato e ricolonizzato da arbusti e dal bosco sovrastante la collina, a destra della provinciale tra Pieve di Soligo e Follina e che domina la splendida visuale che si apre sul borgo di Premaor. Terreno ripido, che impone lavorazioni manuali, sistema guyot, argilla in quantità e tanto entusiasmo . Lui è laureato in Economia, specializzato in statistica, e per vivere ha scelto di fare il vignaiolo, aiutato anche dai fratelli che operano in tutt’altro campo.
Che sia un tipo amante del lavoro lo si capisce subito, gli studi li ha fatti aiutandosi andando il pomeriggio e nei momenti liberi nei cantieri, e soprattutto di questo ne va fiero.
Non ha una grande produzione essendosi messo da poco nel settore, ed essendo le viti ancora piuttosto giovani, ma che ci sappia fare non vi è dubbio. Ha scelto di spumantizzare la produzione, e di curare in prima persona la vendita del suo prodotto per trasmettere ai clienti tutta la sua passione ed entusiasmo e per risparmiare sui costi. Ora produce un solo tipo di spumante, ma in cantiere ce ne sono altri.
Ca’ Foscari ha prodotto un altro ottimo elemento: gli auguriamo di arrivare molto in alto.
Az. Agr. Abbazia di Follina S.s.
Via Giazzera 12 31051 Follina - Treviso
Tel. & Fax +39 0438 971568
http://www.abbaziafollina.com/
email: info@abbaziafollina.com
giovedì 18 novembre 2010
Ma quale sviluppo
Ieri ero a Cesena, ed ho fatti alcune considerazioni. Per prima cosa ho trovato gli studenti che manifestavano.
Probabilmente protestano perché non hanno futuro, e insieme c’erano i precari della scuola e dell’università.
Se mai ci fosse stato bisogno di una prova sul campo delle teorie da Nobel sulla difficoltà di far incontrare ogni lavoro con il suo lavoratore eccola: ci sono 110mila posti che in Italia non trovano altrettanti occupanti disponibili (o capaci) a ricoprirli. O se li trovano, ciò accade con grande dispendio di tempo e risorse. (Il Sole24 Ore)
Di tornare al sistema sovietico non se ne parla, ma penso che sostanzialmente sia quello che vuole qualcuno. E faremo la fame.
Cominciamo a dare un’occhiata ai vari comparti.
Cominciamo dalla grande favola, il turismo. Nei primi dieci mesi dello scorso anno l’incoming italiano è rimasto pressoché invariato rispetto allo stesso periodo del 2008. A cambiare sono stati, invece, i comportamenti di consumo: soggiorni più brevi che hanno prodotto un calo dei pernottamenti e, conseguentemente, una spesa decisamente più contenuta degli stranieri (-7,8%).
Nelle partenze degli italiani, al contrario, non sembra diminuita la propensione all’outgoing: al calo del turismo domestico nei primi otto mesi del 2009 (-2,6% negli arrivi) è corrisposto infatti un incremento delle partenze verso l’estero (+3% tra gennaio e ottobre) anche se la relativa spesa è calata (-4,3%). Non bisogna dimenticare, però, il grande peso nel nostro Paese delle seconde case e di quelle in affitto (che sfuggono alle rilevazioni ufficiali) e che sono state probabilmente un’opzione reale per molti connazionali nell’estate 2009.
E per il 2010 il settore è rimasto in pareggio. Però si parla soltanto di grandi numeri, quelli che danno veramente soldi: i vari turismi, verde, eccetera, non offrono molto, e sono soprattutto di nicchia.
Il Pil italiano aumenta, mentre continua a diminuire il valore aggiunto agricolo. Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alla stima preliminare dell'Istat sul prodotto interno lordo nel III trimestre 2010 (+1,0% rispetto al terzo trimestre del 2009 e +0,2% rispetto al trimestre precedente).
Nonostante la crescita degli agriturismi, sono state cancellate 5000 aziende agricole nel 2010, per cui anche qui si parla di numeri in calo. Possiamo dire che questo riflette l’andamento del settore, perché il sottodimensionamento continua a persistere, e la crescita dimensionale piuttosto rallentata.
L’industria si arrabatta e continua ad evolversi. Il Lingotto vuole restare in Italia ed è disposto a monetizzare con aumenti salariali l’incremento di efficienza nelle fabbriche, che sono l’anello debole del sistema. Appunto, l’anello debole: occorre migliorare le performances del prodotto orario e delle ore lavorate. E ciò vale anche per le medie e piccole aziende. Dovranno allearsi in qualche modo, ma per sopravvivere non c’è altra strada. Soltanto l’industria riuscirà a salvarci.
Il commercio dipende dalla capacità di spesa dei consumatori: vediamo ogni giorno che i negozi pian pianino chiudono. E i grandi non ridono.
I servizi, soprattutto quelli nuovi, non reggono: ricordo quando si diceva che bisognava avere più programmatori di computer. A me non serve, ci pensano le grandi aziende a fornire i programmi a costi tutto sommato accettabili.
C’è tutto un proliferare di cosiddetti esperti nell’agroalimentare, meglio nell’enogastronomia. In teoria dovrebbero far propaganda dei territori. Ma poi…. Spesso è solo un modo per far propaganda ai politici, che poi non fanno niente.
E allora dico a quegli studenti: prendete a calci nel sedere chi vi ha fatto iniziare una strada sbagliata, politici, genitori,
Probabilmente protestano perché non hanno futuro, e insieme c’erano i precari della scuola e dell’università.
Se mai ci fosse stato bisogno di una prova sul campo delle teorie da Nobel sulla difficoltà di far incontrare ogni lavoro con il suo lavoratore eccola: ci sono 110mila posti che in Italia non trovano altrettanti occupanti disponibili (o capaci) a ricoprirli. O se li trovano, ciò accade con grande dispendio di tempo e risorse. (Il Sole24 Ore)
Di tornare al sistema sovietico non se ne parla, ma penso che sostanzialmente sia quello che vuole qualcuno. E faremo la fame.
Cominciamo a dare un’occhiata ai vari comparti.
Cominciamo dalla grande favola, il turismo. Nei primi dieci mesi dello scorso anno l’incoming italiano è rimasto pressoché invariato rispetto allo stesso periodo del 2008. A cambiare sono stati, invece, i comportamenti di consumo: soggiorni più brevi che hanno prodotto un calo dei pernottamenti e, conseguentemente, una spesa decisamente più contenuta degli stranieri (-7,8%).
Nelle partenze degli italiani, al contrario, non sembra diminuita la propensione all’outgoing: al calo del turismo domestico nei primi otto mesi del 2009 (-2,6% negli arrivi) è corrisposto infatti un incremento delle partenze verso l’estero (+3% tra gennaio e ottobre) anche se la relativa spesa è calata (-4,3%). Non bisogna dimenticare, però, il grande peso nel nostro Paese delle seconde case e di quelle in affitto (che sfuggono alle rilevazioni ufficiali) e che sono state probabilmente un’opzione reale per molti connazionali nell’estate 2009.
E per il 2010 il settore è rimasto in pareggio. Però si parla soltanto di grandi numeri, quelli che danno veramente soldi: i vari turismi, verde, eccetera, non offrono molto, e sono soprattutto di nicchia.
Il Pil italiano aumenta, mentre continua a diminuire il valore aggiunto agricolo. Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alla stima preliminare dell'Istat sul prodotto interno lordo nel III trimestre 2010 (+1,0% rispetto al terzo trimestre del 2009 e +0,2% rispetto al trimestre precedente).
Nonostante la crescita degli agriturismi, sono state cancellate 5000 aziende agricole nel 2010, per cui anche qui si parla di numeri in calo. Possiamo dire che questo riflette l’andamento del settore, perché il sottodimensionamento continua a persistere, e la crescita dimensionale piuttosto rallentata.
L’industria si arrabatta e continua ad evolversi. Il Lingotto vuole restare in Italia ed è disposto a monetizzare con aumenti salariali l’incremento di efficienza nelle fabbriche, che sono l’anello debole del sistema. Appunto, l’anello debole: occorre migliorare le performances del prodotto orario e delle ore lavorate. E ciò vale anche per le medie e piccole aziende. Dovranno allearsi in qualche modo, ma per sopravvivere non c’è altra strada. Soltanto l’industria riuscirà a salvarci.
Il commercio dipende dalla capacità di spesa dei consumatori: vediamo ogni giorno che i negozi pian pianino chiudono. E i grandi non ridono.
I servizi, soprattutto quelli nuovi, non reggono: ricordo quando si diceva che bisognava avere più programmatori di computer. A me non serve, ci pensano le grandi aziende a fornire i programmi a costi tutto sommato accettabili.
C’è tutto un proliferare di cosiddetti esperti nell’agroalimentare, meglio nell’enogastronomia. In teoria dovrebbero far propaganda dei territori. Ma poi…. Spesso è solo un modo per far propaganda ai politici, che poi non fanno niente.
E allora dico a quegli studenti: prendete a calci nel sedere chi vi ha fatto iniziare una strada sbagliata, politici, genitori,
Il Grappolo - Azienda vitivinicola
Sin dagli anni ‘20 l’Azienda Agricola Il Grappolo della Famiglia Tardivel coltiva le prime colline Felettane.
Inizialmente nella campagna erano piantate viti, pescheti e frumento ma col passare degli anni gli avi hanno trasmesso ai loro discendenti l’amore e il rispetto per la terra.
Negli anni 50’ Giuseppe Tardivel iniziò a coltivare i primi vigneti di prosecco, passione che ha tramandato ai figli Giacomo e Davide. Oggi i nipoti Roberto e Mirco, a testimonianza di una guadagnata tradizione, continuano a coltivare e produrre nella rinomata zona del prosecco D.o.c.g. a livello familiare e con moderne tecnologie ma pur sempre rispettando le tradizioni e attenti alla salvaguardia dell’ambiente.
Con lo spirito giovane e forte di Roberto e con la laurea in scienze e tecnologie viticole ed enologiche presso la facoltà di agraria di Padova di Mirco, la cantina ha investito in nuove e moderne tecnologie per la produzione di prosecco senza abbandonare la tradizionale e l’accurata raccolta manuale delle uve.
Via S. MICHELE 99 - SAN PIETRO DI FELETTO (TV) -
Cell. 348 2235424 - Tel. 0438 60608
Email: az.agr.ilgrappolo@alice.it
http://www.viniilgrappolo.com
Inizialmente nella campagna erano piantate viti, pescheti e frumento ma col passare degli anni gli avi hanno trasmesso ai loro discendenti l’amore e il rispetto per la terra.
Negli anni 50’ Giuseppe Tardivel iniziò a coltivare i primi vigneti di prosecco, passione che ha tramandato ai figli Giacomo e Davide. Oggi i nipoti Roberto e Mirco, a testimonianza di una guadagnata tradizione, continuano a coltivare e produrre nella rinomata zona del prosecco D.o.c.g. a livello familiare e con moderne tecnologie ma pur sempre rispettando le tradizioni e attenti alla salvaguardia dell’ambiente.
Con lo spirito giovane e forte di Roberto e con la laurea in scienze e tecnologie viticole ed enologiche presso la facoltà di agraria di Padova di Mirco, la cantina ha investito in nuove e moderne tecnologie per la produzione di prosecco senza abbandonare la tradizionale e l’accurata raccolta manuale delle uve.
Via S. MICHELE 99 - SAN PIETRO DI FELETTO (TV) -
Cell. 348 2235424 - Tel. 0438 60608
Email: az.agr.ilgrappolo@alice.it
http://www.viniilgrappolo.com
martedì 16 novembre 2010
Dal Contadino delle Dolomiti
La delegazione Alte Terre della rete di informazione L'Italia del Gusto, ha presentato al Festival Europeo del Gusto a Scorzè (Venezia),presso la Trattoria al Tempo Perso l'azienda agricola biologica Dal Contadino delle Dolomiti di Andrea Gosetti (Cesiomaggiore).
“Dal Contadino” nasce dalla volontà di portare il prodotto biologico della terra al consumatore.
“Siamo un’azienda agricola biologica situata nel comune di Cesiomaggiore, Belluno, ai confini del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. L’ambiente incontaminato e l’amore per la natura hanno fatto nascere un’azienda agricola il cui principio è quello della coltivazione biologica. “Dal Contadino” si occupa di produzione e vendita diretta dei propri prodotti agricoli: frutta (mele, pere) ortaggi da campo (patate,ecc.) e trasformati (nettare Bio di pera, Succhi Bio di mela)."
Dal Contadino propone anche dei prodotti garantiti: confezione di farro, farina, fagioli secchi di Lamon, caffè, grano, orzo ;confettura di zucca, misto bosco, fragolina di bosco, prugne, more, lamponi, mirtillo;birra con malto e doppio malto delle Dolomiti.
"Coltiviamo solamente prodotti biologici certificati- ha osservato Andrea Gosetti-, regolati dalle normative Europee in agricoltura biologica (Cee 2092/91). La nostra coltivazione biologica deve rispettare delle condizioni molto restrittive di produzione nel massimo rispetto del prodotto e dell’ambiente che ci circonda."
L’interessante è che si evitano passaggi in più, perché l’ordine viene fatto online, e la consegna per corriere.
:
andrea.gosetti@dalcontadino.it cell. 3351031200
info@dalcontadino.it cell. 3316018190
emanuele@dalcontadino.it
www.dalcontadino.it
“Dal Contadino” nasce dalla volontà di portare il prodotto biologico della terra al consumatore.
“Siamo un’azienda agricola biologica situata nel comune di Cesiomaggiore, Belluno, ai confini del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. L’ambiente incontaminato e l’amore per la natura hanno fatto nascere un’azienda agricola il cui principio è quello della coltivazione biologica. “Dal Contadino” si occupa di produzione e vendita diretta dei propri prodotti agricoli: frutta (mele, pere) ortaggi da campo (patate,ecc.) e trasformati (nettare Bio di pera, Succhi Bio di mela)."
Dal Contadino propone anche dei prodotti garantiti: confezione di farro, farina, fagioli secchi di Lamon, caffè, grano, orzo ;confettura di zucca, misto bosco, fragolina di bosco, prugne, more, lamponi, mirtillo;birra con malto e doppio malto delle Dolomiti.
"Coltiviamo solamente prodotti biologici certificati- ha osservato Andrea Gosetti-, regolati dalle normative Europee in agricoltura biologica (Cee 2092/91). La nostra coltivazione biologica deve rispettare delle condizioni molto restrittive di produzione nel massimo rispetto del prodotto e dell’ambiente che ci circonda."
L’interessante è che si evitano passaggi in più, perché l’ordine viene fatto online, e la consegna per corriere.
:
andrea.gosetti@dalcontadino.it cell. 3351031200
info@dalcontadino.it cell. 3316018190
emanuele@dalcontadino.it
www.dalcontadino.it
lunedì 15 novembre 2010
Al Bed and Breakfast le Risaie a Sant'Ambrogio di Trebaseleghe
Sorge,infatti, tra le tranquille campagne venete la piccola barchessa rurale recentemente ristrutturata che ad inizio secolo era adibita al deposito di cereali e foraggi e più anticamente allo stoccaggio del riso.
Soggiorno ideale per chi ama la tranquillità e le lunghe passeggiate attraverso i campi coltivati che circondano il podere respirando il profumo dell'erba appena tagliata.
E' bello farsi trasportare da una natura ancora incontaminata seguendo gli argini del fiume Dese, lungo il quale si incontrano antichi mulini ad acqua ormai in disuso e forse ultimi testimoni di quell'economia rurale di inizio secolo che ha gettato le basi dell'attuale Veneto.
Uno splendido giardino fa da cornice al casale, dove i più piccini possono correre e giocare sotto le discrete attenzioni di chi preferisce rilassarsi all'ombra di una grande magnolia o, per gli amanti della tintarella, sotto i caldi raggi del sole d'estate...
Via Ramo S.Ambrigio 57 S.Ambrogio di Trebaseleghe (Padova)
Tel. (+39) 049 9378217
Cell. (+39) 329 7324584
E-mail: info@lerisaie.it
http://www.lerisaie.it/
domenica 14 novembre 2010
Elogio del cicchetto veneziano
Al Calamaro di Dolo
Si tratta di uno stuzzichino rompidigiuno, consumato di mattina quando non c'è tempo da perdere.
A Venezia, e in Veneto, il cicchetto è associato indissolubilmente ad una "ombra", ossia un bicchiere di vino. Quest’ultima istituzione locale sembra prenda il nome dall'antica abitudine dei mercanti di piazzare i banchi di mescita all'ombra del campanile di San Marco per tenere fresco il vino; ancor oggi nella città lagunare si dice "andar per ombre", quando si vuole indicare il rito dello spuntino di mezza mattina.
Sono molti i bacari (osterie) dove è possibile trovare il cicchetto, la cui composizione varia a seconda del periodo dell'anno. Si tratta di un piccolo assaggio di pesce o di salumi, caldo o freddo, appoggiato su pane.
Sorseggiando la "ombra" è possibile per esempio degustare baccalà mantecato, sarde in saor, vongole, chioccioline di mare, moscardini appena lessati (polipetti di piccole dimensioni) e nervetti (cartilagini di vitello lessate e servite in aceto e olio).
Si tratta di uno stuzzichino rompidigiuno, consumato di mattina quando non c'è tempo da perdere.
A Venezia, e in Veneto, il cicchetto è associato indissolubilmente ad una "ombra", ossia un bicchiere di vino. Quest’ultima istituzione locale sembra prenda il nome dall'antica abitudine dei mercanti di piazzare i banchi di mescita all'ombra del campanile di San Marco per tenere fresco il vino; ancor oggi nella città lagunare si dice "andar per ombre", quando si vuole indicare il rito dello spuntino di mezza mattina.
Sono molti i bacari (osterie) dove è possibile trovare il cicchetto, la cui composizione varia a seconda del periodo dell'anno. Si tratta di un piccolo assaggio di pesce o di salumi, caldo o freddo, appoggiato su pane.
Sorseggiando la "ombra" è possibile per esempio degustare baccalà mantecato, sarde in saor, vongole, chioccioline di mare, moscardini appena lessati (polipetti di piccole dimensioni) e nervetti (cartilagini di vitello lessate e servite in aceto e olio).
sabato 6 novembre 2010
La Valsugana
Narra la leggenda che la valle fosse un lunghissimo fiordo d'acqua tanto che, ai bordi rocciosi dell'alta valle, si dovrebbero trovare ancora i grossi anelli di ferro ai quali venivano ancorate le navi dei pescatori. I contadini raccontavano questa leggenda nei lunghi 'filò' invernali nelle stalle. Raccontavano che la valle ad un certo punto si prosciugò e da qui il nome che essa assunse: valle sugà, sugata (asciugata) e da questo Valsugana.
E' indubbio, comunque, che la Valsugana sia la meno 'trentina' e la più 'veneta' delle valli Trentine, e da sempre legata alle vicende storiche della pianura veneta, della Serenissima e delle vallate Bellunesi. Lo denota il dialetto: un dialetto perfettamente identico dalla periferia nord Padova (non in città, dove si parla il dialetto 'dei siori', dalle profonde influenze veneziane) alle porte Trento. In pianura è una strettissima fascia, larga non più di 10 km, con centro proprio lungo la strada statale e l'alveo del Brenta.
L'importanza storica della Valsugana, marcato solco di collegamento trasversale tra Trento e il Veneto, è affermata da una delle due strade Romane Imperiali, la Claudia Augusta Altinate, che penetrava in Trentino diretta nella Rezia. Essa aveva un percorso assai diverso da quanto siamo abituati ora con la veloce superstrada, in particolare, anziché percorrere il fondovalle paludoso si manteneva sempre il più alto possibile al piede degli imponenti contrafforti rocciosi, dove, non a caso, si sono sviluppati numerosi villaggi. Come indica il nome essa proveniva da Altino, l'antica città paleo-veneta, e attraversato il Passo Praderadego, Feltre, Lamon, saliva a Castel Tesino, dove si può ancora vedere un modesto tratto selciato, per calare in Valsugana.
Borgo Valsugana può essere considerata un po’ la 'capitale' della Valsugana
E' l'antica Ausugum, importante roccaforte romana a presidio della strada Claudia Augusta Altinate. La sua storia si fonde con la spettacolare mole di Castel Telvana, una storia lunga e travagliata.
Nel 1300 viene citato col nome di Borgum Ausugi, storpiatura popolare dell'antico nome indicante lo sviluppo urbano attorno all'antico nucleo. E' da sempre la 'capitale della Valsugana', favorita dalla splendida ed assolata posizione sull'importante arteria di comunicazione romana è sempre stata città a forte vocazione mercantile. Nel primo '800 un devastante incendio distrusse quasi completamente il borgo, ancora costruito gran parte di legno, che dovette essere ricostruito ex novo.
http://www.magicoveneto.it/Valsugan/risorse/Valsugana_storia-1.htm
E' indubbio, comunque, che la Valsugana sia la meno 'trentina' e la più 'veneta' delle valli Trentine, e da sempre legata alle vicende storiche della pianura veneta, della Serenissima e delle vallate Bellunesi. Lo denota il dialetto: un dialetto perfettamente identico dalla periferia nord Padova (non in città, dove si parla il dialetto 'dei siori', dalle profonde influenze veneziane) alle porte Trento. In pianura è una strettissima fascia, larga non più di 10 km, con centro proprio lungo la strada statale e l'alveo del Brenta.
L'importanza storica della Valsugana, marcato solco di collegamento trasversale tra Trento e il Veneto, è affermata da una delle due strade Romane Imperiali, la Claudia Augusta Altinate, che penetrava in Trentino diretta nella Rezia. Essa aveva un percorso assai diverso da quanto siamo abituati ora con la veloce superstrada, in particolare, anziché percorrere il fondovalle paludoso si manteneva sempre il più alto possibile al piede degli imponenti contrafforti rocciosi, dove, non a caso, si sono sviluppati numerosi villaggi. Come indica il nome essa proveniva da Altino, l'antica città paleo-veneta, e attraversato il Passo Praderadego, Feltre, Lamon, saliva a Castel Tesino, dove si può ancora vedere un modesto tratto selciato, per calare in Valsugana.
Borgo Valsugana può essere considerata un po’ la 'capitale' della Valsugana
E' l'antica Ausugum, importante roccaforte romana a presidio della strada Claudia Augusta Altinate. La sua storia si fonde con la spettacolare mole di Castel Telvana, una storia lunga e travagliata.
Nel 1300 viene citato col nome di Borgum Ausugi, storpiatura popolare dell'antico nome indicante lo sviluppo urbano attorno all'antico nucleo. E' da sempre la 'capitale della Valsugana', favorita dalla splendida ed assolata posizione sull'importante arteria di comunicazione romana è sempre stata città a forte vocazione mercantile. Nel primo '800 un devastante incendio distrusse quasi completamente il borgo, ancora costruito gran parte di legno, che dovette essere ricostruito ex novo.
http://www.magicoveneto.it/Valsugan/risorse/Valsugana_storia-1.htm
venerdì 5 novembre 2010
La Cooperativa Albergo Diffuso Valcellina e Val Vajont
La Valcellina o Val Cellina è una vallata alpina del Friuli-Venezia Giulia, percorsa dal torrente Cellina da cui prende il nome.
Vi appartengono i comuni di Claut, Cimolais (benché quest'ultimo si trovi allo sbocco della Val Cimoliana, il cui omonimo torrente confluisce più a valle nel Cellina), Barcis, Andreis e, in fondo alla valle e già adagiato sulla pianura, Montereale Valcellina; questi Comuni appartengono alla Provincia di Pordenone.
Benché non si trovino nella sede morfologica del fiume Cellina, ma sulle sponde della Val Vajont, fanno parte della Valcellina anche i comuni di Erto e Casso. Questi, costituiscono inoltre, il limite estremo del Friuli Venezia Giulia a confine con la regione Veneto.
La Valcellina è parzialmente ricompresa nel Parco naturale delle Dolomiti Friulane
La Cooperativa Albergo Diffuso Valcellina e Val Vajont è nata recentemente con lo scopo di gestire le case albergo dei comuni di Erto, Casso, Cimolais, Claut e Barcis mediante la loro promozione e coordinamento da un'unica Reception, sempre disponibile a soddisfare ogni necessità, con sede operativa a Claut.
Alla libertà degli ospiti nella gestione del proprio tempo e degli spazi abitativi, la Cooperativa Albergo Diffuso Valcellina e Val Vajont offre alla propria clientela la possibilità di soggiornare in antichi borghi, vivere a contatto con i residenti, sentirsi parte del vicinato, condividerne usi, costumi e tradizioni.
Via Roma, 43
33080 Claut (PN)
Tel: 338 1570963
Fax: 0427 878445
e-mail: info@albergodiffusovalcellinavalvajont.it
http://www.albergodiffusovalcellinavalvajont.it/
Vi appartengono i comuni di Claut, Cimolais (benché quest'ultimo si trovi allo sbocco della Val Cimoliana, il cui omonimo torrente confluisce più a valle nel Cellina), Barcis, Andreis e, in fondo alla valle e già adagiato sulla pianura, Montereale Valcellina; questi Comuni appartengono alla Provincia di Pordenone.
Benché non si trovino nella sede morfologica del fiume Cellina, ma sulle sponde della Val Vajont, fanno parte della Valcellina anche i comuni di Erto e Casso. Questi, costituiscono inoltre, il limite estremo del Friuli Venezia Giulia a confine con la regione Veneto.
La Valcellina è parzialmente ricompresa nel Parco naturale delle Dolomiti Friulane
La Cooperativa Albergo Diffuso Valcellina e Val Vajont è nata recentemente con lo scopo di gestire le case albergo dei comuni di Erto, Casso, Cimolais, Claut e Barcis mediante la loro promozione e coordinamento da un'unica Reception, sempre disponibile a soddisfare ogni necessità, con sede operativa a Claut.
Alla libertà degli ospiti nella gestione del proprio tempo e degli spazi abitativi, la Cooperativa Albergo Diffuso Valcellina e Val Vajont offre alla propria clientela la possibilità di soggiornare in antichi borghi, vivere a contatto con i residenti, sentirsi parte del vicinato, condividerne usi, costumi e tradizioni.
Via Roma, 43
33080 Claut (PN)
Tel: 338 1570963
Fax: 0427 878445
e-mail: info@albergodiffusovalcellinavalvajont.it
http://www.albergodiffusovalcellinavalvajont.it/
giovedì 4 novembre 2010
La Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso
Caluso è in Piemonte, ma mi rimane sempre un ricordo bello. La Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso (CPEC) ha la sua sede in Piemonte in provincia di Torino nella zona sud del verde Canavese a soli 20Km da Ivrea.
Il Canavese è una zona particolarmente rinomata per le verdi colline, i magnifici castelli e .... i vini di qualità. Non è una semplice affermazione di principio: ci sono stato diverse volte e posso garantirlo.
Caluso e' la "capitale" del Canavese per quanto riguarda il vino, sono ben 4 i vini D.O.C. che qui sono prodotti.
In questa cittadina, di circa 8000 abitanti, nel 1975 i primi 9 soci fondarono la CPEC; col passare degli anni sempre più viticoltori aderirono all'iniziativa fino a raggiungere i quasi 300 soci attuali.
La Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso possiede una moderna linea di imbottigliamento con capacità produttiva di 1500 bottiglie, che permette di imbottigliare parte del prodotto pregiato, mentre la restante quantità di vino viene venduta sfusa direttamente presso i propri stabilimenti.
Moderne attrezzature e tecniche sofisticate di vinificazione (separazione dei mosti, vendemmia in cassetta, spremitura soffice, vinificazione in contenitori inox termo-controllati) garantiscono ai prodotti finali un alto livello di qualità ed il rispetto dei parametri dei rispettivi disciplinari DOC di produzione.
Nell'insieme di tutti i soci della Cooperativa vengono condotti oltre 85 Ha di vigneti suddivisi in circa 40Ha coltivati esclusivamente ad Erbaluce di Caluso DOC ed ulteriori 45Ha coltivati ad uvaggi misti.
Questo consente di ottenere una produzione media annua di:
- 3000 - 3500 Hl Erbaluce di Caluso DOC
- 150 - 200 Hl Passito di Caluso DOC
- 100 - 150 Hl Caluso Spumante DOC
- 1000 Hl Canavese Rosso DOC
A presto, presidente!
http://www.canavese.it/cpec/index.htm
Tel.: 011 98 31 447
Fax: 011 98 95 840
Mail: cpec@canavese.it
Il Canavese è una zona particolarmente rinomata per le verdi colline, i magnifici castelli e .... i vini di qualità. Non è una semplice affermazione di principio: ci sono stato diverse volte e posso garantirlo.
Caluso e' la "capitale" del Canavese per quanto riguarda il vino, sono ben 4 i vini D.O.C. che qui sono prodotti.
In questa cittadina, di circa 8000 abitanti, nel 1975 i primi 9 soci fondarono la CPEC; col passare degli anni sempre più viticoltori aderirono all'iniziativa fino a raggiungere i quasi 300 soci attuali.
La Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso possiede una moderna linea di imbottigliamento con capacità produttiva di 1500 bottiglie, che permette di imbottigliare parte del prodotto pregiato, mentre la restante quantità di vino viene venduta sfusa direttamente presso i propri stabilimenti.
Moderne attrezzature e tecniche sofisticate di vinificazione (separazione dei mosti, vendemmia in cassetta, spremitura soffice, vinificazione in contenitori inox termo-controllati) garantiscono ai prodotti finali un alto livello di qualità ed il rispetto dei parametri dei rispettivi disciplinari DOC di produzione.
Nell'insieme di tutti i soci della Cooperativa vengono condotti oltre 85 Ha di vigneti suddivisi in circa 40Ha coltivati esclusivamente ad Erbaluce di Caluso DOC ed ulteriori 45Ha coltivati ad uvaggi misti.
Questo consente di ottenere una produzione media annua di:
- 3000 - 3500 Hl Erbaluce di Caluso DOC
- 150 - 200 Hl Passito di Caluso DOC
- 100 - 150 Hl Caluso Spumante DOC
- 1000 Hl Canavese Rosso DOC
A presto, presidente!
http://www.canavese.it/cpec/index.htm
Tel.: 011 98 31 447
Fax: 011 98 95 840
Mail: cpec@canavese.it
Etichette:
caluso,
cooperativa,
erbaluce,
mauroriotto,
piemonte,
torino,
vino
mercoledì 3 novembre 2010
Che fine ha fatto Gesù Bambino?
Il “mistero” delle Festività 2010 verrà presto risolto a Città di Castello che si fa promotrice della campagna per il recupero del simbolo più sacro e delle altre tradizioni italiane del Natale. La riscossa è suonata e parte dall“XI Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale”, organizzata, dal 4 dicembre al 10 gennaio p.v., dall’Associazione Amici del Presepe della località umbra. Che rivela alcuni indizi per ritrovare il “senso” della Natività.
“Riprendiamoci Gesù Bambino!”: è il motto spontaneo che parte da Città di Castello, in provincia di Perugia, per dilagare nel resto d’Italia. Facile a dirsi, ma alla prova dei fatti è più semplice imbattersi in un esercito di Babbi Natale che nel Divino neonato.
Dove è andato a finire il simbolo autentico delle Festività? L’abbiamo perso di vista quasi mezzo secolo fa quando anche da noi è arrivato il vecchio vestito di rosso e con la barba bianca, in apparenza originario dei Paesi del Nord Europa ma in realtà creato da una agenzia pubblicitaria statunitense, con i colori di una nota bibita gassata, per diventare l’emblema commerciale della ricorrenza…
Ma l’ora “X” è scoccata e c’è chi è già sulle tracce del “nostro” infante smarrito: l’Associazione Amici del Presepe di Città di Castello assicura che, prima del 25 dicembre, gli italiani, e il resto del mondo, potranno avere notizie certe su Gesù Bambino e, allo scopo, dà appuntamento alla “XI Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale”, che, nella Cattedrale del paese perugino, dal 4 dicembre 2010 al 10 gennaio 2011, sarà il quartier generale della campagna per il “ritorno al Natale della nostra tradizione” (però con un quid moderno).
Per la magica atmosfera della Festa più bella dell’anno, bambinello e presepe possono benissimo convivere con Babbo Natale e l’abete agghindato, ma i primi due non dovrebbero essere dimenticati e sostituiti con i secondi, che non appartengono alla nostra storia. Per scongiurare l’abbandono totale della nostra tradizione, l’Associazione tifernate chiama a raccolta tutti gli uomini, e le donne, di buona volontà perché s’impegnino a far tornare Gesù Bambino e il presepe come rappresentanti del Natale all’italiana.
Per mettere tutti sulla buona strada, alla ricerca del mito perduto, ed essere fonte d’ispirazione, l’esposizione natalizia di Città di Castello, di 200 presepi di ogni origine e fattura, accoglie, nelle sale della Tipografia Grifani Donati, un revival che, meglio di tante altre immagini, richiama alla mente il clima natalizio più tipico: la mostra “Caro Gesù Bambino”, dedicata alle letterine di Natale che i piccoli degli anni ’50 e ’60 scrivevano al dispensatore di doni. Vergati con il pennino o con la penna bic, su fogli comuni o riccamente decorati, i pensierini infantili raccontano tutto della società d’antan, come spiega Gualtiero Angelini, presidente dell’Associazione Amici del Presepe: «Dalle grafie stentate oppure solenni emergono status symbol, aspirazioni e uno spaccato inedito dell’Italia dell’epoca. In questa riappropriazione, vorremmo coinvolgere tutti, a iniziare dai nostri concittadini, in modo da riuscire ad avere esemplari datati dagli anni ’30 ai ’70, che senza dubbio qualcuno ancora conserva, magari nel fondo di un baule. La mission della “memoria” si completa con le letterine dei primigini delle nostre scuole, scritte in stile contemporaneo, che verranno messe a confronto con quelle delle generazioni precedenti e parteciperanno al concorso per la missiva più bella e in carattere con il tema».
Per costituire un trait-d’union tra il passato, consacrato a Gesù Bambino, e l’oggi, mirato alla Sua ricerca, la “Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale” ha scelto un logo e una nazione ospite molto significativi. «In un difficile ma affascinante equilibrismo tra dimensione attuale e universo antico e tra pensiero locale e apertura internazionale, abbiamo ritenuto idonei al nuovo orientamento della manifestazione la terracotta di Andrea Della Robbia “Adorazione dei pastori”, profondamente vicina al genius loci per materiali e soggetto, e l’Africa, di cui avremo in esposizione un’artistica collezione di presepi, messa a disposizione dall’omonimo Museo di Verona», riferisce Angelini.
Ma nell’intento di riportare l’attenzione di tutti sul protagonista del Natale mediterraneo, l’XI Rassegna di Città di Castello offre altre testimonianze di fede: ai 40 Presepi Napoletani, ormai un classico dell’evento, e ai 50 umbri, provenienti dalla collezione del rimpianto Silvio Bambini, tra i fondatori della Mostra, saranno in campo Natività di cartapesta, a grandezza naturale, presepi e diorami da tutte le città d’Italia, un percorso presepiale nelle chiese del centro storico, con cinque grandi opere, e il presepe riflesso e innevato, che, in 60 metri quadrati, usufruisce di un gioco di specchi ad effetto.
L’Associazione Amici del Presepe di Città di Castello ha già fatto alcuni proseliti, non solo nel suo territorio. In nome del comune obiettivo, in questi anni, il sodalizio ha stretto legami in vari Paesi con strutture analoghe e scuole dell’arte popolare, in particolare con quella partenopea, ritenuta tra le migliori; dichiara il presidente: «Anche quest’anno siamo stati molto attivi sul fronte della formazione, ospitando corsi e mostre d’autore riservati al presepe e ormai annoveriamo nostri validi artigiani che vengono invitati ad esporre i loro manufatti in importanti manifestazioni di genere. Per il futuro, abbiamo l’intenzione di dare l’opportunità di costruirsi da soli il proprio presepe a tutti gli appassionati della Terra. Però valorizzare e tramandare la cultura della rappresentazione della Natività non significa soltanto allargare lo sguardo su sensibilità e tecniche d’esecuzione, quanto gettare nuova luce sulla tradizione legata al Natale». In parole povere: bisogna a tutti i costi scovare Gesù Bambino… ma da dove cominciare? Gli indizi non mancano, basta saperli interpretare oppure attendere la prossima comunicazione, targata Città di Castello…
Rosanna Ercole Mellone
Per informazioni al pubblico:
Gualtiero Angelini c/o Comune di Città di Castello, p.za Gabriotti 1
tel. 075/8553926 cell. 338/3481467
angelini@cdcnet.net
www.presepicastello.org
Contatti per le “letterine di Natale”:
Gianni Ottaviani cell. 333/3232573
Sandro Pincardini cell. 392/4651904
“Riprendiamoci Gesù Bambino!”: è il motto spontaneo che parte da Città di Castello, in provincia di Perugia, per dilagare nel resto d’Italia. Facile a dirsi, ma alla prova dei fatti è più semplice imbattersi in un esercito di Babbi Natale che nel Divino neonato.
Dove è andato a finire il simbolo autentico delle Festività? L’abbiamo perso di vista quasi mezzo secolo fa quando anche da noi è arrivato il vecchio vestito di rosso e con la barba bianca, in apparenza originario dei Paesi del Nord Europa ma in realtà creato da una agenzia pubblicitaria statunitense, con i colori di una nota bibita gassata, per diventare l’emblema commerciale della ricorrenza…
Ma l’ora “X” è scoccata e c’è chi è già sulle tracce del “nostro” infante smarrito: l’Associazione Amici del Presepe di Città di Castello assicura che, prima del 25 dicembre, gli italiani, e il resto del mondo, potranno avere notizie certe su Gesù Bambino e, allo scopo, dà appuntamento alla “XI Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale”, che, nella Cattedrale del paese perugino, dal 4 dicembre 2010 al 10 gennaio 2011, sarà il quartier generale della campagna per il “ritorno al Natale della nostra tradizione” (però con un quid moderno).
Per la magica atmosfera della Festa più bella dell’anno, bambinello e presepe possono benissimo convivere con Babbo Natale e l’abete agghindato, ma i primi due non dovrebbero essere dimenticati e sostituiti con i secondi, che non appartengono alla nostra storia. Per scongiurare l’abbandono totale della nostra tradizione, l’Associazione tifernate chiama a raccolta tutti gli uomini, e le donne, di buona volontà perché s’impegnino a far tornare Gesù Bambino e il presepe come rappresentanti del Natale all’italiana.
Per mettere tutti sulla buona strada, alla ricerca del mito perduto, ed essere fonte d’ispirazione, l’esposizione natalizia di Città di Castello, di 200 presepi di ogni origine e fattura, accoglie, nelle sale della Tipografia Grifani Donati, un revival che, meglio di tante altre immagini, richiama alla mente il clima natalizio più tipico: la mostra “Caro Gesù Bambino”, dedicata alle letterine di Natale che i piccoli degli anni ’50 e ’60 scrivevano al dispensatore di doni. Vergati con il pennino o con la penna bic, su fogli comuni o riccamente decorati, i pensierini infantili raccontano tutto della società d’antan, come spiega Gualtiero Angelini, presidente dell’Associazione Amici del Presepe: «Dalle grafie stentate oppure solenni emergono status symbol, aspirazioni e uno spaccato inedito dell’Italia dell’epoca. In questa riappropriazione, vorremmo coinvolgere tutti, a iniziare dai nostri concittadini, in modo da riuscire ad avere esemplari datati dagli anni ’30 ai ’70, che senza dubbio qualcuno ancora conserva, magari nel fondo di un baule. La mission della “memoria” si completa con le letterine dei primigini delle nostre scuole, scritte in stile contemporaneo, che verranno messe a confronto con quelle delle generazioni precedenti e parteciperanno al concorso per la missiva più bella e in carattere con il tema».
Per costituire un trait-d’union tra il passato, consacrato a Gesù Bambino, e l’oggi, mirato alla Sua ricerca, la “Mostra Internazionale dell’Arte Presepiale” ha scelto un logo e una nazione ospite molto significativi. «In un difficile ma affascinante equilibrismo tra dimensione attuale e universo antico e tra pensiero locale e apertura internazionale, abbiamo ritenuto idonei al nuovo orientamento della manifestazione la terracotta di Andrea Della Robbia “Adorazione dei pastori”, profondamente vicina al genius loci per materiali e soggetto, e l’Africa, di cui avremo in esposizione un’artistica collezione di presepi, messa a disposizione dall’omonimo Museo di Verona», riferisce Angelini.
Ma nell’intento di riportare l’attenzione di tutti sul protagonista del Natale mediterraneo, l’XI Rassegna di Città di Castello offre altre testimonianze di fede: ai 40 Presepi Napoletani, ormai un classico dell’evento, e ai 50 umbri, provenienti dalla collezione del rimpianto Silvio Bambini, tra i fondatori della Mostra, saranno in campo Natività di cartapesta, a grandezza naturale, presepi e diorami da tutte le città d’Italia, un percorso presepiale nelle chiese del centro storico, con cinque grandi opere, e il presepe riflesso e innevato, che, in 60 metri quadrati, usufruisce di un gioco di specchi ad effetto.
L’Associazione Amici del Presepe di Città di Castello ha già fatto alcuni proseliti, non solo nel suo territorio. In nome del comune obiettivo, in questi anni, il sodalizio ha stretto legami in vari Paesi con strutture analoghe e scuole dell’arte popolare, in particolare con quella partenopea, ritenuta tra le migliori; dichiara il presidente: «Anche quest’anno siamo stati molto attivi sul fronte della formazione, ospitando corsi e mostre d’autore riservati al presepe e ormai annoveriamo nostri validi artigiani che vengono invitati ad esporre i loro manufatti in importanti manifestazioni di genere. Per il futuro, abbiamo l’intenzione di dare l’opportunità di costruirsi da soli il proprio presepe a tutti gli appassionati della Terra. Però valorizzare e tramandare la cultura della rappresentazione della Natività non significa soltanto allargare lo sguardo su sensibilità e tecniche d’esecuzione, quanto gettare nuova luce sulla tradizione legata al Natale». In parole povere: bisogna a tutti i costi scovare Gesù Bambino… ma da dove cominciare? Gli indizi non mancano, basta saperli interpretare oppure attendere la prossima comunicazione, targata Città di Castello…
Rosanna Ercole Mellone
Per informazioni al pubblico:
Gualtiero Angelini c/o Comune di Città di Castello, p.za Gabriotti 1
tel. 075/8553926 cell. 338/3481467
angelini@cdcnet.net
www.presepicastello.org
Contatti per le “letterine di Natale”:
Gianni Ottaviani cell. 333/3232573
Sandro Pincardini cell. 392/4651904
martedì 2 novembre 2010
La Latteria Sociale Turnaria di Conegliano
La Latteria Soc. Ternaria di Conegliano, meglio conosciuta come Collalbrigo, è sorta nel 1934 in cima al piccolo e caratteristico paese di Collalbrigo. Poi è scesa in pianura, ai piedi della collina.
Dal 1948 esercita l’attività di trasformazione del Latte nella sede attuale in Via M.Giunti 18, che si trova ai piedi dei Colli di Conegliano, in provincia di Treviso, a pochi passi dal centro. Ha una produzione annua di circa 1.000.000 litri di latte che vengono tutti trasformati nel caseificio.
La Cooperativa prosegue la lavorazione del Latte con il metodo “tradizionale”, applicando i più moderni sistemi di controllo igienico sanitari che garantiscono il consumatore, offrendo prodotti tipici e di alta qualità.
Informazione è libertà di scegliere per meglio apprezzare in ogni momento la qualità del tipico formaggio Collalbrigo Latte Crudo.
Rintracciabilità vuole dire conoscere tutto il percorso produttivo dell’alimento che stiamo consumando, dalla materia prima al prodotto che hai acquistato. Dall’anno 2005 è stata resa obbligatoria, loro la propongono fin da prima, certi che conoscendo di più i formaggi, ne apprezzeremo la qualità e il valore alimentare.
La ricordo da sempre, dagli anni ’60, quando c’era il vecchio casaro, e noi scolaretti delle medie andavamo in visita, e io ero considerato persona conosciuta: i vasi del latte, i contadini che arrivavano con il latte appena munto, il profumo dei ritagli.
Ne hanno fatto di strada, ma rimane semre la latteria di Collalbrigo.
Latteria Sociale Turnaria di Conegliano
Collalbrigo di Conegliano (TV)
Via M. Giunti 18
Tel: 0438 60777 - Fax: 0438 60777
E-mail: info@latteriadiconegliano.it
http://www.latteriadiconegliano.it/
Dal 1948 esercita l’attività di trasformazione del Latte nella sede attuale in Via M.Giunti 18, che si trova ai piedi dei Colli di Conegliano, in provincia di Treviso, a pochi passi dal centro. Ha una produzione annua di circa 1.000.000 litri di latte che vengono tutti trasformati nel caseificio.
La Cooperativa prosegue la lavorazione del Latte con il metodo “tradizionale”, applicando i più moderni sistemi di controllo igienico sanitari che garantiscono il consumatore, offrendo prodotti tipici e di alta qualità.
Informazione è libertà di scegliere per meglio apprezzare in ogni momento la qualità del tipico formaggio Collalbrigo Latte Crudo.
Rintracciabilità vuole dire conoscere tutto il percorso produttivo dell’alimento che stiamo consumando, dalla materia prima al prodotto che hai acquistato. Dall’anno 2005 è stata resa obbligatoria, loro la propongono fin da prima, certi che conoscendo di più i formaggi, ne apprezzeremo la qualità e il valore alimentare.
La ricordo da sempre, dagli anni ’60, quando c’era il vecchio casaro, e noi scolaretti delle medie andavamo in visita, e io ero considerato persona conosciuta: i vasi del latte, i contadini che arrivavano con il latte appena munto, il profumo dei ritagli.
Ne hanno fatto di strada, ma rimane semre la latteria di Collalbrigo.
Latteria Sociale Turnaria di Conegliano
Collalbrigo di Conegliano (TV)
Via M. Giunti 18
Tel: 0438 60777 - Fax: 0438 60777
E-mail: info@latteriadiconegliano.it
http://www.latteriadiconegliano.it/
domenica 31 ottobre 2010
Non Solo Novello allla Tenuta Barbon
Si tiene nei giorni di sabato 6 e domenica 7 novembre presso la Tenuta Barbon a Venturali di Villorba , la consueta edizione di NON SOLO NOVELLO....., degustazione gratuita del Novello 2010 e dei Vini Tipici DOC.
La manifestazione, patrocinata dall'Associazione Borghi Europei del Gusto e dalla delegazione Terre del Piave della rete L'Italia del Gusto, si apre sabato 6 novembre alle ore 15,00 e prevede alle 20,00 una cena con degustazione guidata (per prenotazioni tel. 346- 010172 fax 0422 928898),.
Domenica 7 novembre non-stop dalle 10,00 del mattino alle 19,00.
Partecipano alla iniziativa la Bottega dei Sapori di Montebelluna, la Rosticceria Friggitoria l'Angolo di Bianca (Venturali di Villorba e Nervesa della Battaglia) e l'Apicoltura Renato Selvestrel di Campea di Miane (con il miele ottenuto con metodi biologici).
L'iniziativa è stata inserita tra le manifestazioni che anticipano il Festival Europeo del Gusto 2010 e conoscerà la partecipazione di comunicatori e giornalisti.
Tenuta Barbon
Via Venturali 5/2
31050 Villorba (TV)
Tel/Phone +39 0422.928375
Fax +39 0422.928898
e-mail: info@tenutabarbon.it
www.tenutabarbon.it/
La manifestazione, patrocinata dall'Associazione Borghi Europei del Gusto e dalla delegazione Terre del Piave della rete L'Italia del Gusto, si apre sabato 6 novembre alle ore 15,00 e prevede alle 20,00 una cena con degustazione guidata (per prenotazioni tel. 346- 010172 fax 0422 928898),.
Domenica 7 novembre non-stop dalle 10,00 del mattino alle 19,00.
Partecipano alla iniziativa la Bottega dei Sapori di Montebelluna, la Rosticceria Friggitoria l'Angolo di Bianca (Venturali di Villorba e Nervesa della Battaglia) e l'Apicoltura Renato Selvestrel di Campea di Miane (con il miele ottenuto con metodi biologici).
L'iniziativa è stata inserita tra le manifestazioni che anticipano il Festival Europeo del Gusto 2010 e conoscerà la partecipazione di comunicatori e giornalisti.
Tenuta Barbon
Via Venturali 5/2
31050 Villorba (TV)
Tel/Phone +39 0422.928375
Fax +39 0422.928898
e-mail: info@tenutabarbon.it
www.tenutabarbon.it/
venerdì 29 ottobre 2010
Alte Terre al Festival Europeo del Gusto
La delegazione Alte Terre della rete di informazione l'Italia del Gusto ha promosso in questi anni la valorizzazione delle eccellenze della montagna bellunese e trevigiana, proponendole soprattutto nel corso delle quattro edizioni della rassegna informativa A Tu per Tu con il cielo.
Milies (Segusino), il Monte Avena (Pedavena), Settimo Vittone (Torino), Budoia (Pn), sono state le tappe dell'iniziativa, che ha portato alla nascita della Tavola di Budoia, Azione-Circuito di borghi di Montagna della Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto.
Nel corso del Festival Europeo del Gusto 2010 verrà presentata la quinta edizione di A tu per Tu con il cielo, che si terrà nel 2011 in provincia di Treviso e di Belluno, come era già stato annunciato nella festa-incontro che si era tenuta all'inizio dell'estate a Pez di Cesiomaggiore.
Un impegno che la delegazione Alte Terre svilupperà con una squadra di imprenditori e comunicatori del tutto inedita,puntando a far conoscere l'iniziativa soprattutto nei paesi europei della rete.
http://www.bedo.it/alpinforma/31216/%26%23039%3BA+tu+per+Tu+con+il+cielo%26%23039%3B,+da+Andy+il+Fornaio+a+Pez+di+Cesiomaggiore.html
Milies (Segusino), il Monte Avena (Pedavena), Settimo Vittone (Torino), Budoia (Pn), sono state le tappe dell'iniziativa, che ha portato alla nascita della Tavola di Budoia, Azione-Circuito di borghi di Montagna della Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto.
Nel corso del Festival Europeo del Gusto 2010 verrà presentata la quinta edizione di A tu per Tu con il cielo, che si terrà nel 2011 in provincia di Treviso e di Belluno, come era già stato annunciato nella festa-incontro che si era tenuta all'inizio dell'estate a Pez di Cesiomaggiore.
Un impegno che la delegazione Alte Terre svilupperà con una squadra di imprenditori e comunicatori del tutto inedita,puntando a far conoscere l'iniziativa soprattutto nei paesi europei della rete.
http://www.bedo.it/alpinforma/31216/%26%23039%3BA+tu+per+Tu+con+il+cielo%26%23039%3B,+da+Andy+il+Fornaio+a+Pez+di+Cesiomaggiore.html
Il Friuli più 'nascosto' al Festival Europeo del Gusto
Le delegazioni del Medio e Basso Friuli e del Pordenonese della rete di informazione l'Italia del Gusto hanno svolto nel corso del 2010 una intensa attività di 'visite gustose' di giornalisti e comunicatori, al fine di far conoscere e valorizzare le aziende del settore agroalimentare di un territorio troppo spesso 'dimenticato'.
Due,in particolare, le occasioni da ricordare: l'incontro dell'Azione Terre della Storia a Valvasone (Pn),presso l'azienda agricola Borgo delle Oche (in collaborazione con la Civica Amministrazione e la Pro Loco) e il tradizionale appuntamento con Asparagorgo , a Gorgo di Latisana (Ud).
Alcune aziende parteciperanno al Festival Europeo del Gusto in Veneto, per presentare le caratteristiche e le eccellenze di un Friuli più 'nascosto' e meno conosciuto.
Valvasone,Camino al Tagliamento,Varmo,Savorgnano (San Vito al Tagliamento),Bagnarola di Sesto al Reghena,Gorgo di Latisana sono le comunità locali rappresentate.
http://www.comune.valvasone.pn.it/
Due,in particolare, le occasioni da ricordare: l'incontro dell'Azione Terre della Storia a Valvasone (Pn),presso l'azienda agricola Borgo delle Oche (in collaborazione con la Civica Amministrazione e la Pro Loco) e il tradizionale appuntamento con Asparagorgo , a Gorgo di Latisana (Ud).
Alcune aziende parteciperanno al Festival Europeo del Gusto in Veneto, per presentare le caratteristiche e le eccellenze di un Friuli più 'nascosto' e meno conosciuto.
Valvasone,Camino al Tagliamento,Varmo,Savorgnano (San Vito al Tagliamento),Bagnarola di Sesto al Reghena,Gorgo di Latisana sono le comunità locali rappresentate.
http://www.comune.valvasone.pn.it/
giovedì 28 ottobre 2010
Il Cenacolo del Gusto del Montello rilancia le iniziative
Il Cenacolo del Gusto del Montello, coordinato da Sandro Facchin (in arte fornaio, in quel di Ciano del Montello), ha tenuto un incontro presso la Pizzeria da Lino,per decidere la forme di partecipazione al Festival Europeo del Gusto.
Dopo l'incontro di inizio anno a Nervesa della Battaglia, il Cenacolo ha scelto per il 2010 di realizzare un intenso programma di partecipazioni 'esterne',per far conoscere e valorizzare il proprio territorio.
Numerosi e qualificati sono stati gli interventi a manifestazioni nazionali e internazionali (oltre dieci in Italia e all'estero),che hanno confermato la giustezza delle scelte, anche a fronte degli ultimi dati sul turismo a Montebelluna e sul Montello ( - 2,5%).
Da anni la rete di informazione L'Italia del Gusto e l'associazione l'Altratavola denunciano l'inerzia dei soggetti istituzionali e il localismo esasperato di molte iniziative.
Al Festival Europeo del Gusto verrà presentato un 'quaderno' sull'arte del pane, realizzato dai comunicatori dell'associazione l'Altratavola e da Sandro Facchin,con annotazioni culturali e indicazioni alimentari.
http://www.magicoveneto.it/Trevisan/Montello/Montello.htm
Dopo l'incontro di inizio anno a Nervesa della Battaglia, il Cenacolo ha scelto per il 2010 di realizzare un intenso programma di partecipazioni 'esterne',per far conoscere e valorizzare il proprio territorio.
Numerosi e qualificati sono stati gli interventi a manifestazioni nazionali e internazionali (oltre dieci in Italia e all'estero),che hanno confermato la giustezza delle scelte, anche a fronte degli ultimi dati sul turismo a Montebelluna e sul Montello ( - 2,5%).
Da anni la rete di informazione L'Italia del Gusto e l'associazione l'Altratavola denunciano l'inerzia dei soggetti istituzionali e il localismo esasperato di molte iniziative.
Al Festival Europeo del Gusto verrà presentato un 'quaderno' sull'arte del pane, realizzato dai comunicatori dell'associazione l'Altratavola e da Sandro Facchin,con annotazioni culturali e indicazioni alimentari.
http://www.magicoveneto.it/Trevisan/Montello/Montello.htm
mercoledì 27 ottobre 2010
Verteneglio : semplicemente da visitare
Verteneglio è un paesino di 2.000 abitanti situato nella parte nord-occidentale dell’Istria, in Croazia. La stretta vicinanza di Verteneglio con il territorio sloveno ed italiano ha fatto sì che da sempre la gente di Verteneglio si identifichi di più con la tradizione e i costumi italiani piuttosto che con quelli croati; nel 1991 la maggioranza della popolazione del Comune di Verteneglio ha dichiarato di essere di nazionalità italiana - questo risultò essere l’unico comune in Croazia nel quale il numero degli abitanti appartenenti ad una comunità nazionale minoritaria superava il numero delle persone appartenenti alle altre nazionalità, mentre adesso la percentuale è scesa al 33%.
Offerta turistico-culturale
L’Ente comunale per il turismo di Verteneglio si occupa della promozione turistica del paese e dello sviluppo di nuovi segmenti e prodotti turistici ed attività in base alle risorse disponibili, seguendo sempre attentamente gli interessi e le esigenze degli ospiti e visitatori. Il pluripremiato campeggio „Park Umag“, situato accanto all’abitato di Carigador, a pochi chilometri dal centro comunale, è uno dei campeggi più grandi del Mediterraneo, e gli interessanti contenuti sia d'animazione che per bambini lo rendono ideale per la vacanza di tutta la famiglia. Sul territorio è presente anche un piccolo boutique hotel a gestione familiare, il quale ha riscosso un ottimo successo durante gli anni scorsi. L’ offerta turistica ricettiva è inoltre arricchita da diversi agriturismo e case vacanza ai quali fa da cornice l’ ambiente autoctono istriano.
È stata recentemente ultimata la prima fase di ricostruzione dell’edificio del vecchio mulino situato nel centro dell’abitato che diverrà la sede del Museo del vino, unico per il suo genere in tutta l’Istria. Numerosi i contenuti del museo, dall' enoteca ad un piccolo amfiteatro previsto per le attività culturali, musicali ...
Tra le numerosi manifestazioni di carattere turistico-tradizionale Verteneglio è particolarmente fiera della Festa della malvasia istriana, giunta ormai alla 27-esima edizione. Ad arricchire il programma all' insegna dell' ottimo vino di rinomati produttori del territorio istriano, nazionale ed internazionale, c' è anche il Pallio delle botti, al quale ogni anno partecipano le squadre di diverse città e comuni membri dell' associazione Città del vino.
A Verteneglio la tradizione artistica è presente da più tempo: nel 1971 si stabilì a Verteneglio lo scultore accademico Aleksandar Rukavina, dal 1996 a Verteneglio ha sede l’Agenzia della democrazia locale per l’Istria, da menzionare anche il gruppo vocale Volta che rappresenta il Comune in numerosi incontri nazionali e internazionali. Ad arricchire la tradizione musicale del paese provvede anche il Centro Studi di Musica Classica “Mauro Masoni” presso la locale Comunità degli Italiani. A riunire i cittadini di Verteneglio contribuisce anche la neonata associazione “Amici della natura Zenone” particolarmente orientata alla difesa della natura.
Sapori enogastronomici ed attrazioni naturali
A contradistinguere il territorio comunale di Verteneglio è la forte concentrazione di produzione di vino. A Verteneglio ci sono infatti sei vitivinicoltori che imbottigliano ed etichettano il proprio vino e che possiedono una cantina vinicola, e molti altri che offrono vini di ottima qualità. Inoltre, ci sono anche diversi produttori di olio d’oliva e altri prodotti tipici locali come il formaggio, il miele, i salumi e la lavanda.
Verteneglio è conosciuta per gli ottimi ristoranti e agriturismo la qui offerta viene contraddistinta dalla tradizione ed il desiderio di custodire i menù a base di carne, pesce e altri ingredienti locali, quali il tartufo, carne di bue istriano ("boškarin"), funghi, asparagi, sogliola...
Da due anni è stata inoltre aperta la Grotta del Marmo, una delle attrazioni locali che non si possono omettere. Finora la grotta ha ospitato più di 20.000 visitatori di tutte le fasce d' età. Tra le bellezze naturali da citare anche il parco naturale di Scarline e la Grotta di Serbani, nonché i castellieri che si affacciano alla vallata del fiume Quieto.
Verteneglio fa parte della rete dei Borghi Europei del Gusto.
Ente per il turismo del Comune di Verteneglio
http://www.brtonigla-verteneglio.hr/
Offerta turistico-culturale
L’Ente comunale per il turismo di Verteneglio si occupa della promozione turistica del paese e dello sviluppo di nuovi segmenti e prodotti turistici ed attività in base alle risorse disponibili, seguendo sempre attentamente gli interessi e le esigenze degli ospiti e visitatori. Il pluripremiato campeggio „Park Umag“, situato accanto all’abitato di Carigador, a pochi chilometri dal centro comunale, è uno dei campeggi più grandi del Mediterraneo, e gli interessanti contenuti sia d'animazione che per bambini lo rendono ideale per la vacanza di tutta la famiglia. Sul territorio è presente anche un piccolo boutique hotel a gestione familiare, il quale ha riscosso un ottimo successo durante gli anni scorsi. L’ offerta turistica ricettiva è inoltre arricchita da diversi agriturismo e case vacanza ai quali fa da cornice l’ ambiente autoctono istriano.
È stata recentemente ultimata la prima fase di ricostruzione dell’edificio del vecchio mulino situato nel centro dell’abitato che diverrà la sede del Museo del vino, unico per il suo genere in tutta l’Istria. Numerosi i contenuti del museo, dall' enoteca ad un piccolo amfiteatro previsto per le attività culturali, musicali ...
Tra le numerosi manifestazioni di carattere turistico-tradizionale Verteneglio è particolarmente fiera della Festa della malvasia istriana, giunta ormai alla 27-esima edizione. Ad arricchire il programma all' insegna dell' ottimo vino di rinomati produttori del territorio istriano, nazionale ed internazionale, c' è anche il Pallio delle botti, al quale ogni anno partecipano le squadre di diverse città e comuni membri dell' associazione Città del vino.
A Verteneglio la tradizione artistica è presente da più tempo: nel 1971 si stabilì a Verteneglio lo scultore accademico Aleksandar Rukavina, dal 1996 a Verteneglio ha sede l’Agenzia della democrazia locale per l’Istria, da menzionare anche il gruppo vocale Volta che rappresenta il Comune in numerosi incontri nazionali e internazionali. Ad arricchire la tradizione musicale del paese provvede anche il Centro Studi di Musica Classica “Mauro Masoni” presso la locale Comunità degli Italiani. A riunire i cittadini di Verteneglio contribuisce anche la neonata associazione “Amici della natura Zenone” particolarmente orientata alla difesa della natura.
Sapori enogastronomici ed attrazioni naturali
A contradistinguere il territorio comunale di Verteneglio è la forte concentrazione di produzione di vino. A Verteneglio ci sono infatti sei vitivinicoltori che imbottigliano ed etichettano il proprio vino e che possiedono una cantina vinicola, e molti altri che offrono vini di ottima qualità. Inoltre, ci sono anche diversi produttori di olio d’oliva e altri prodotti tipici locali come il formaggio, il miele, i salumi e la lavanda.
Verteneglio è conosciuta per gli ottimi ristoranti e agriturismo la qui offerta viene contraddistinta dalla tradizione ed il desiderio di custodire i menù a base di carne, pesce e altri ingredienti locali, quali il tartufo, carne di bue istriano ("boškarin"), funghi, asparagi, sogliola...
Da due anni è stata inoltre aperta la Grotta del Marmo, una delle attrazioni locali che non si possono omettere. Finora la grotta ha ospitato più di 20.000 visitatori di tutte le fasce d' età. Tra le bellezze naturali da citare anche il parco naturale di Scarline e la Grotta di Serbani, nonché i castellieri che si affacciano alla vallata del fiume Quieto.
Verteneglio fa parte della rete dei Borghi Europei del Gusto.
Ente per il turismo del Comune di Verteneglio
http://www.brtonigla-verteneglio.hr/
Etichette:
croazia,
mauroriotto,
ustria,
verteneglio
Iscriviti a:
Post (Atom)